
LIBERO (F. BINCHER) - È scoppiata la guerra fra Rosella Sensi e Alessandro Profumo, il manager di Unicredit che è anche il principale creditore del gruppo Italpetroli-Roma calcio fondato dalcompianto Franco Sensi. Che la situazione da tempo fosse tesa lo indica il debito dei Sensi con il primo gruppo bancario italiano: circa 320 milioni di euro, comprensivi delle rate di interessi che non sono più onorate da tempo. Ma a fare scoccare la scintilla è stata proprio Rosella, la donna-simbolo del calcio italiano. Lunedì scorso ha convocato con sole 4 ore di anticipo un consiglio di amministrazione straordinario della Compagnia Italpetroli spa. Obiettivo, la convocazione di unassemblea della società in grado di nominare un nuovo consiglio di amministrazione di cui non ..
Cappelli con così pocopreavviso non ha potuto naturalmente partecipare ai lavori del consiglio, e allindomani ha potuto solo chiedere il verbale della riunione che ancora non gli è stato trasmesso. Ma quando Profumo è venuto a conoscenza dellepisodio, ha subito disposto il contrattacco. Da ieri con decreti ingiuntivi appena firmati sono partite le richieste di pignoramento degli immobili di proprietà della Compagnia Italpetroli spa e di unaltra società, laRoma 2000srl che controlla la maggioranza assoluta del capitale della As Roma, la squadra di calcio di cui è capitano Francesco Totti. Nel gruppo Unicredit, stanchi di un braccio di ferro che finora non ha portato ad alcun risultato, si sta valutando anche unazione di pignoramento delle azioni Italpetroli in mano alla famiglia Sensi, con lobiettivo di gestire direttamente il gruppo e anche la squadra di calcio più amata dalla capitale. A Rosella Sensi (che nellultimo anno ha preso la guida del gruppo rilevando la poltrona di presidente dalla mamma Maria Nanni) si contesta di avere fermato in ogni modo il piano di ristrutturazione del gruppo ostacolando ogni ipotesi di vendita delle partecipazioni. La Compagnia Italpetroli ha infatti sostanzialmente tre settori di attività: quello petrolifero (business sempre più in calo), quello immobiliare (con migliori prospettive grazie anche al possesso di unarea valorizzata dallex sindaco della capitale Walter Veltroni a beneficio della As Roma) e quello calcistico (assai meno promettente). Anche se i Sensi più volte non hanno smentito trattative per la cessione della As Roma, alla banca creditrice non sono mai risultate offerte reali. Molte sono pervenute invece per il ramo petrolifero e di queste secondo Unicredit almeno tre sonodegne di essere prese inconsiderazione. Ma al pressing di Profumo la famiglia Sensi ha fatto fin qui orecchie da mercante, opponendo di fatto un netto rifiuto. A fronte delle contestazioni più volte è stato replicato: volete mettere in difficoltà la Roma? Bisogna andarci con i piedi di piombo, perché la piazza dei tifosi della capitale è molto sensibile.
Con questo spirito le uniche cessioni effettuate per limpossibilità di indebitare ulteriormente il gruppo sono state quelle di partecipazioni minori, come la Petroli investimenti venduta per 35,5 milioni di euro generando una plusvalenza da 19 milioni di euro in grado di coprire le nuove perdite.