
CORSPORT (P. TORRI) - Non giocherà. Non ha ancora firmato. Ma ha parlato. Cioè, Francesco Totti. Che oggi non partirà alla volta di Milano perché il fastidio al ginocchio ancora cè e rischiare si potrebbe rivelare un autogol per lui e la Roma.
che oggi festeggerà il primo numero in edicola. Chi, meglio, del giocatore che detiene tutti i record della storia della Roma, per cominciare?
CONTRATTO - Quando parla, solitamente Totti, scadenza contrattuale trenta giugno 2010, non delude.
Magari può omettere qualche cosa, difficilmente però non dice la sua verità. E se proprio vi sta raccontando una bugia, ve lo fa capire con quel sorrisetto che confessa di non prenderlo troppo sul serio. Serio, in questa intervista, lo è stato. Partendo proprio dal nuovo contratto, quello tutto pronto, tutto fatto da mesi, ma che ancora non ha visto la luce, cinque anni, cinque milioni netti dingaggio, un altro contratto per il dopo calcio, da dirigente: « Ho avuto quattro richieste negli ultimi tempi, una grande squadra italiana, tre straniere. Mi hanno lusingato. Ma io firmerò per la Roma. Manca solo una clausola sul dopo carriera. Con Rosella (la dottoressa Sensi, ndr), ci sentiamo tre volte lanno. E schifoso sostenere che ha comprato il mio assenso con il nuovo contratto » . Due elementi: compaiono quattro squadre che sarebbero pronte a offrirgli un contratto nel caso si ritrovasse nella situazione di svincolato; la clausola che manca.
Nella sua lunga carriera tutta romanista, diversi grandi club si sono interessati a Totti. Che, ancora oggi sa, che se dovesse rimanere disoccupato, quei club, il Milan che comunque non farebbe mai uno sgarbo ai Sensi, il Real Madrid che per anni ha spedito la sua maglia a Totti come regalo di Natale, il Barcellona a cui sono sempre piaciuti i grandi giocatori, il Chelsea ora dellamico Ancelotti, sarebbero pronte a garantirgli un immediata uscita dalla lista di disoccupazione. La clasuola ancora da definire, in realtà è legata semplicemente al ruolo dirigenziale che Francesco Totti avrà una volta che si ritirerà dal calcio. Tutto è meno che un problema.
SPALLETTI - Per la prima volta ha ammesso. Che le battute di Luciano Spalletti, nel corso dei quattro anni abbondanti di convivenza, non è che gli avessero fatto piacere. E, pure, che il cambio di panchina era diventato un passo obbligato: « Sono permaloso, le sue battute un po mi davano fastidio. Lui era uno di quelli convinti che io abbia davvero bisogno di essere spronato. Anche Ranieri ha fatto una battuta, lì per lì ci sono rimasto male, poi ci siamo parlati e mi ha spiegato il senso di quella frase, vuole solo che invece di andare sempre incontro ai centrocampista, a volte cerchi la profondità. . Per il resto mi ha detto di fare quello che voglio in campo. Spalletti non riusciva più a farsi capire da noi, ormai qualche problema con il gruppo cera, le sue dimissioni erano inevitabili. Visti i risultati con Ranieri, direi che ne è la valsa la pena» . Confessiamo: abbiamo cercato Spalletti per una replica, il suo cellulare ha squillato, non cè stata risposta. Per finire, Nazionale: «Con Lippi ogni tanto ci sentiamo, ma dellargomento nazionale ci siamo ripromessi di parlarne a primavera » . De Rossi: «Io e De Rossi ai ferri corti? Spazzatura » . La Curva Sud: « Lepisodio della maglia restituita, è dimenticato. Però mi è sembrata una grave mancanza di rispetto» .