Totti: Giusto chiudere con Spalletti

17/10/2009 alle 09:40.

CORSPORT (P. TORRI) - Non giocherà. Non ha ancora fir­mato. Ma ha parlato. Cioè, Francesco Tot­ti. Che oggi non partirà alla volta di Mila­no perché il fastidio al ginocchio ancora c’è e rischiare si potrebbe rivelare un au­togol per lui e la Roma.

che oggi festeggerà il primo numero in edicola. Chi, meglio, del giocatore che de­tiene tutti i record della sto­ria della Roma, per comin­ciare?

CONTRATTO - Quando par­la, solitamente , sca­denza contrattuale trenta giugno 2010, non delude.

Magari può omettere qual­che cosa, difficilmente però non dice la sua verità. E se proprio vi sta raccontando una bugia, ve lo fa capire con quel sorrisetto che con­fessa di non prenderlo trop­po sul serio. Serio, in questa intervista, lo è stato. Par­tendo proprio dal nuovo contratto, quello tutto pron­to, tutto fatto da mesi, ma che ancora non ha visto la luce, cinque an­ni, cinque milioni netti d’ingaggio, un altro contratto per il dopo calcio, da dirigente: « Ho avuto quattro richieste negli ultimi tempi, una grande squadra italiana, tre straniere. Mi hanno lusingato. Ma io fir­merò per la Roma. Manca solo una clau­sola sul dopo carriera. Con Rosella (la dot­toressa Sensi, ndr), ci sentiamo tre volte l’anno. E’ schifoso sostenere che ha com­prato il mio assenso con il nuovo contrat­to » . Due elementi: compaiono quattro squadre che sarebbero pronte a offrirgli un contratto nel caso si ritrovasse nella si­tuazione di svincolato; la clausola che manca.

Nella sua lunga carriera tutta romani­sta, diversi grandi club si sono interessati a . Che, ancora oggi sa, che se doves­se rimanere disoccupato, quei club, il Mi­lan che comunque non farebbe mai uno sgarbo ai Sensi, il Real Madrid che per an­ni ha spedito la sua maglia a come re­galo di Natale, il
a cui sono sempre piaciuti i grandi giocatori, il Chel­sea ora dell’amico , sarebbero pronte a garantirgli un immediata uscita dalla lista di disoccupazione. La clasuola ancora da definire, in realtà è legata sem­plicemente al ruolo dirigenziale che Fran­cesco avrà una volta che si ritirerà dal calcio. Tutto è meno che un problema.

SPALLETTI - Per la prima volta ha ammes­so. Che le battute di Luciano Spalletti, nel corso dei quattro anni ab­bondanti di convivenza, non è che gli avessero fatto pia­cere. E, pure, che il cambio di panchina era diventato un passo obbligato: « Sono permaloso, le sue battute un po’ mi davano fastidio. Lui era uno di quelli convinti che io abbia davvero biso­gno di essere spronato. An­che Ranieri ha fatto una battuta, lì per lì ci sono ri­masto male, poi ci siamo parlati e mi ha spiegato il senso di quella frase, vuole solo che invece di andare sempre incontro ai centro­campista, a volte cerchi la profondità. . Per il resto mi ha detto di fa­re quello che voglio in campo. Spalletti non riusciva più a farsi capire da noi, or­mai qualche problema con il gruppo c’era, le sue dimissioni erano inevitabili. Visti i risultati con Ranieri, direi che ne è la val­sa la pena» . Confessiamo: abbiamo cerca­to Spalletti per una replica, il suo cellula­re ha squillato, non c’è stata risposta. Per finire, Nazionale: «Con Lippi ogni tanto ci sentiamo, ma dell’argomento nazionale ci siamo ripromessi di parlarne a primave­ra » . : «Io e ai ferri cor­ti? Spazzatura » . La : « L’episo­dio della maglia restituita, è dimenticato. Però mi è sembrata una grave mancanza di rispetto» .