Roma, si fa largo Okaka

17/10/2009 alle 10:13.

CORSPORT (P. TORRI) - L’attaccante favorito per la sostituzione di Totti. Menez e Brighi le alternative. STEFANO OKAKA - Confermata una crescita costante E’ pronto a fare la prima punta. E’il favorito. Peraltro quel­lo più insospettabile. co­me il colpevole in un libro giallo che si rispetti. Quindi, Stefano Okaka. Al momento il principale indiziato per fare coppia con Mirko Vucinic nel tandem d’attacco che dovrà cercare il gol a San Siro, sem­pre che Claudio Ranieri opti per una formazione con due punte di ruolo inizialmente in campo.

STEFANO OKAKA - Confermata una crescita costante E’ pronto a fare la prima punta.

E’il favorito. Peraltro quel­lo più insospettabile. co­me il colpevole in un libro giallo che si rispetti. Quindi, Stefano Okaka. Al momento il principale indiziato per fare coppia con Mirko Vucinic nel tandem d’attacco che dovrà cercare il gol a San Siro, sem­pre che Claudio Ranieri opti per una formazione con due punte di ruolo inizialmente in campo. Favorito non solo per­ché gli altri attaccanti non è che scoppino di salute, ma an­che perché nella parte iniziale di questa stagione, il ventenne ha dimostrato una crescita im­portante e costante, in partico­lare dal punto di vista della continuità e concentrazione nel corso della stessa partita. E, pure, perché quando Ranie- ri lo ha mandato in campo, Okaka ha sempre risposto con una predisposizione alla corsa e a quel pressing sul portatore di palla, che il tecnico giallo­rosso considera elemento im­prescindibile della sua strate­gia difensiva che parte dall’as­sunto che i primi difensori de­vono essere gli attaccanti. La scelta di Okaka vorrebbe an­che dire dargli il ruolo di pri­ma punta, toccherebbe a lui andare a fare a spallate con la ricostituita accoppiata Nesta­Thiago Silva, con Vucinic che così sarebbe più libero di sva­riare sul fronte offensivo, con una certa prevalenza dalla corsia di sinistra dove il mon­tenegrino, ci sono i fatti a con­fermarlo, ha sempre dimo­strato di dare il meglio.

JEREMY MENEZ - Durante la sosta ha lavorato a fondo Cinque mesi fa cambiò la partita

Sorpresa Menez. Perché no? A San Siro, Ranieri che in que­ste due settimane ha lavorato as­siduamente con e su il francese, potrebbe toccare a Jeremy, in un modulo che sarebbe probabil­mente più quattro- quattro- uno­uno. con il primo, appunto, che sarebbe Menez alle spalle di Vu­cinic centravanti. Il francese, dunque, sarebbe riproposto in quel ruolo di trequartista centra­le in cui in passato ha dimostra­to di poter garantire quella qua­lità offensiva che è nei suoi pie­di. In più, senza avere un’impo­sizione tattica costante anche in fase di non possesso palla, in grado comunque di trasformarsi anche nel ruolo di quinto centro­campista, cosa che Ranieri co­munque gli richiederebbe. L’ul­tima volta di Menez in campo, il secondo tempo contro il Cska So­fia, si concluse con un rimprove­ro (eufemismo) privato e pubbli­co di Ranieri nei confronti del francese Da quel giorno Ranie­ri e soprattutto il suo vice il fran­cese Damiano, hanno lavorato a fondo sul giocatori, con la con­vinzione che Menez rappresenta una risorsa della Roma, un gio­catore che se riesce a fare il sal­to di diventare calciatore, nel senso di squadra, i vantaggi sa­rebbero importanti. San Siro po­trebbe essere il palcoscenico giusto per rilanciarlo, un grande stadio, una grande squadra di fronte, una partita definita fon­damentale da Ranieri. E, in più, lo scorso anno, proprio contro il Milan, proprio a San Siro, Menez si alzò dalla panchina e cambiò la partita.

MATTEO BRIGHI - Sarebbe impiegato da trequartista in una squadra meno offensiva

L’opzione numero tre vale per tre. Nel senso che ci so­no tre giocatori che possono es­sere a San Siro il partner offen­sivo di Vucinic in attacco. Tre giocatori che sono due modi di­versi di preparare la sfida al Milan. Cioè due giocatori, Per­rotta o Brighi, che potrebbero giocare da trequartista in una Roma che come priorità avrà quella di non far giocare il Mi­lan. Più un altro giocatore, Ju­lio Baptista, per una Roma in­tenzionata a giocare più fre­quentemente vicino alla porta avversaria, piuttosto che alla propria, anche se questa opzio­ne appare sinceramente diffi­cile, se non altro perché l’attac­cante brasiliano non si può cer­to considerare al top della con­dizione. Ma più praticabile, in- vece, la prima opzione, che pe­raltro assume concretezza se solo si pensa alla prima Roma schierata da Claudio Ranieri, a Siena, quando inizialmente co­me attaccante andò in campo il solo , con Pizarro alle sue spalle nel ruolo di trequartista. Scelta peraltro a cui Ranieri fu costretto quasi subito a cancel­lare, causa l’infortunio di Bri­ghi sostituito da Julio Baptista. Era, quella, però una Roma an­cora malata, zero punti in clas­sifica, l’addio a Spalletti, l’arri­vo di Ranieri, la priorità di fa­re risultato. Ora è una Roma di­versa che sembra alla fine del­la sua convalescenza, anche se è vero che allora era il Siena che giustificò una scelta così conservativa, mentre domani l’avversario si chiamerà Milan.