
CORSERA (L. VALDISERRI) - Come succede con la minigonna e il pantalone con le pince, basta aspettare il momento giusto e la «sudditanza arbitrale» ritorna di moda. In serie A bastano e avanzano otto giornate di campionato, con gli ultimi due «picchi» di Rosetti a San Siro ( MilanRoma) e di Orsato allOlimpico (Lazio-Sampdoria), per riportare in prima pagina il problema dei fischietti italiani, della loro gestione tecnica e di una crescita di gruppo che tarda ad arrivare.
Non consola sapere che un arbitro della Premier League lormai famigerato Mark Jones, quello che ha convalidato il gol segnato dal Sunderland contro il Liverpool, con laiuto di un pallone da spiaggia piovuto dagli spalti non conosce il regolamento e sarà per questo fermato almeno per un turno. E non consola nemmeno sapere che le proteste contro gli arbitri sono un nostro monopolio. La Football Association ha deferito sir Alex Ferguson per aver definito «fuori forma» larbitro Alan Wiley, dopo il pareggio casalingo del Manchester United contro il Sunderland, il 3 ottobre.
Al di là delle difese di ufficio del presidente dellAia, Nicchi, il problema arbitrale è evidente. Tanto che, con parole giustamente pacate, il nuovo presidente della Lega Calcio, Beretta, ha parlato ieri a «La politica nel pallone» di Gr Parlamento Rai di un incontro già fissato con gli arbitri a Coverciano (alla fine di novembre) perché «dobbiamo lavorare insieme per migliorarci».
I casi di domenica sono spinosi perché non arrivano da arbitri inesperti e/o fischietti di seconda fila, avviati alla pensione dopo una carriera mai sbocciata. Orsato è il giovane emergente, prossimo internazionale, su cui si conta di più per il futuro. Rosetti è stato larbitro dellultima finale dellEuropeo.
«Quando il presidente Garrone ha detto che la Samp dà fastidio, non intendeva parlare di uomo nero o congiure di palazzo: ma gli arbitri non riescono a liberarsi della sudditanza psicologica. Servirebbe uno sportello reclami in Lega, per dialogare con gli arbitri», ha ribadito ieri il direttore generale della Sampdoria, Marotta. Due rigori negati (ma anche la Lazio si è lamentata per lespulsione severissima di Baronio) sono costati la vittoria e la testa della classifica in coabitazione con lInter.
La presidentessa della Roma, Rosella Sensi, che è anche vicepresidente vicario di Lega, ha ricordato che Rosetti è sicuramente «bravo, ma che con lui, due anni fa, la Roma ha perso uno scudetto proprio a San Siro contro lInter».
Allora, a scatenare la rabbia giallorossa, fu lespulsione di Mexès per un doppio giallo: prima aveva «tagliato» il campo per rientrare da un infortunio e poi aveva affrontato Crespo in modo rude ma senza toccarlo. Domenica sera è stata la differenza di peso e misura nel valutare il contatto tra Thiago Silva e Ménez (nessun fischio) e quello tra Burdisso e Nesta (rigore).
LAia difende la scelta di Rosetti su Burdisso, fa capire che era rigore anche quello su Ménez (e la Roma poteva andare sul 2-0), ma rubrica tutto sotto la voce «errore umano, proprio come capita al centravanti che sbaglia un gol davanti alla porta».
Nessuno chiede linfallibilità, ma limpressione è che gli arbitri siano alle prese pure con un problema di interpretazione. Collina ha chiesto e ottenuto che, per adattarsi agli standard europei, anche in Italia si fischino meno falli. Ma questo non può significare, come è successo con Thiago Silva/Ménez, sorvolare su un contatto decisivo, anche se non violento, in area di rigore. Cambiando metro, mezzora dopo.