
ITALIA OGGI - Un rappresentante nei consigli di amministrazione, una quota azionaria variante tra il 2 e il 3%, un maggiore coinvolgimento nelle politiche commerciali e soprattutto sportive. È questa la fotografia del fenomeno «azionariato popolare», che sta esplodendo in Europa e che, a breve, potrebbe interessare anche i nostri club, dai top team già quotati in borsa, fino soprattutto alle piccole squadre di provincia da sempre caratterizzate da tifoserie calde e ben radicate sul territorio.
Club come il Barcellona possono contare su oltre 100 mila tifosi-soci, che hanno lopportunità di essere rappresentati in giunta e di concorrere allo sviluppo della societàsquadra del cuore. Allestero hanno capito che il modello in esame può portare, ogni anno, cifre oscillanti tra i 10 e i 25 milioni di euro (una risorsa economica da utilizzare nei momenti di difficoltà economico), soprattutto se il club riesce a intercettare tifosi allestero e li gratifica con una serie di servizi/facilitazioni e sconti sui prodotti, collegati a un senso di appartenenza che va oltre lacquisto del biglietto di gara. Tutto ruota attorno al marketing e alla capacità dei club di trasformare i fan nei primi sostenitori delle politiche commerciali e sportive delle società di calcio.
LItalia è il fanalino di coda del Vecchio continente. Nel nostro paese i presidenti dei club temono che i gruppi di azionariato popolare possano «sbirciare» nei bilanci spesso in rosso. Latteggiamento è più ostile che di attenzione al fenomeno crescente che arriva dallEuropa. Nei prossimi giorni saranno a Roma i vertici di Supporters direct, un trust londinese, che rappresenta i principali gruppi di azionariato popolare del Regno Unito. Lobiettivo è aiutare a far crescere la cellula giallorossa di Azionariato Popolare A.s. Roma (nata durante i mesi del caso Fioranelli). Questultima intende, nei prossimi mesi, sedersi al tavolo della famiglia Sensi (che controlla il club quotato in borsa) e/o di un potenziale acquirente (anche straniero) per capire chi è più interessato a investire in tempi brevi nel progetto, oltre che sulla passione mai sopita dei tifosi capitolini.
Di recente anche i tifosi della Juventus (anchessa quotata) hanno comunicato allazienda di voler costituire un trust per pesare il 2-3% in termini di quote. È linizio di un fenomeno sicuramente da monitorare con attenzione, con declinazioni anche in provincia come nel caso del Modena calcio (i tifosi stanno studiando la forma giuridica migliore per unirsi in un unico gruppo). In Inghilterra, benchmark continentale in diversi settori, molti grandi club hanno intuito le potenzialità di questa tipologia di azionariato. Manchester United, Arsenal e Tottenham stanno sostenendo la crescita di trust di tifosi-azionisti, così come molte realtà semiprofessionistiche vivono grazie al budget annuo messo in campo da questi super-tifosi, tanto che 15 strutture calcistiche sono in Inghilterra di proprietà o controllate dai supporter.