
IL ROMANISTA (G. DOTTO) - Questo è anche un appello umanitario. Sono due giorni che io e lamico Stefano Pacifici ci stiamo lambiccando leventuale cervello per arrivare, senza riuscirci, a una spiegazione. Sto parlando del folgorante incipit della lettera aperta di Rosella Sensi. Sono furiosa, anzi furibonda. La domanda è: perché una signora o chi per lei che, fino a poco tempo fa, sosteneva a spada tratta lelogio della moderazione, la virtù della parola scarnificata, la metafisica bellezza del comunicato, sente ora improvvisamente lurgenza di passare dalla parte dei grafomani (benvenuta), oltre che inventarsi una nuova vita da pasionaria. E, soprattutto, ecco il mistero allarmante, cosa la spinge ad avvitarsi subito, ..
Furiosa, anzi furibonda? Detto altrimenti, se invece di chiamarsi LOrlando furioso si fosse chiamato LOrlando furibondo cosa sarebbe cambiato nel sentire comune? Abbiamo interpellato amici e collaboratori
del Romanista, convocato una riunione straordinaria della redazione. Abbiamo chiesto aiuti a glottologi e linguisti di fama internazionale. Niente. Non se ne viene a capo. I due termini vengono entrambi da furia, un termine forte che già di suo denota una passione violenta. Non pago, ho voluto interrogare il mio dizionario
di fiducia, il Tommaseo e leggo: Furibondo, chi è agitato o si lascia agitare per abito, da furia o furore. Attenzione la desinenza ondo gli dà senso più grave di quel che ha furioso. Dunque, la Rosella furibonda è più incazzata, dunque più minacciosa, di una semplice Rosella furiosa. Occhio Palazzo, che rischi grosso.
Avevamo una presidente quasi afasica e oggi ne abbiamo una che scrive (in attesa che parli) da guerriera e da raffinata retore. Siamo talmente entusiasti che quel furiosa anzi furibonda, al plurale, lo facciamo nostro (ci chiederà mica il copyright?).