CORSPORT (P. TORRI) - A me in giro non mi prendi, dove in giro può essere legittimamente interpretato anche nella maniera più volgare. Spogliatoi dellOlimpico, serata di Europa League, giovedì scorso, le 23 sono passate da pochi minuti, la Roma ha appena battuto il Cska Sofia, i giallorossi sono sotto la doccia. Claudio Ranieri no. Parla, anzi urla, a Jeremy Menez, mandato in campo nel secondo tempo, quarantacinque minuti a giocare da solo, palla persa, corsa finita, neppure le urla del tecnico ..
Claudio Ranieri no. Parla, anzi urla, a Jeremy Menez, mandato in campo nel secondo tempo, quarantacinque minuti a giocare da solo, palla persa, corsa finita, neppure le urla del tecnico dal campo riescono a cambiare la situazione. Il tutto non proprio gradito dal tecnico romanista. E lo fece immediatamente presente al francese, con frasi dure, tipo io non è che me la prendo solo con te ma con chi ti ha preso strillate di fronte a tutti i compagni e lo staff tecnico. Che è pure un dito puntato su chi ha voluto il francese in giallorosso, in primis Daniele Baldini, vice di Luciano Spalletti, in secundis, il direttore sportivo Daniele Pradè che, peraltro, pure con qualche ragione, continua a credere nelle potenzialità del giocatore.
LA QUESTIONE - Il caso, peraltro latente da tempo, è stato ufficialmente aperto da Ranieri. Anche se in questi ultimi giorni tra le parti cè stato un riavvicinamento più formale che sostanziale ( ieri Menez non era a Trigoria: stato febbrile, oggi dovrebbe ripresentarsi). Il giocatore continua a dire di non volersi muovere da Roma, ma il rischio per lui, che pure allinizio della stagione aveva ribadito la sua intenzione di puntare ad andare al Mondiale (sempre che la Francia si qualifichi), è quello nei prossimi mesi di guardare più che giocare. Quindi anche di maturare lidea di chiedere di andare via nel prossimo mercato di gennaio. Come, peraltro, gli hanno fatto capire che non sarebbe sbagliato sia Ranieri ( « Ho detto a Menez che deve giocare cento, centocinquanta
partite in Francia e poi tornare » ) , sia il suo vice Damiano ( « E arrivato troppo presto in Italia » ) . Cose che sono state dette a quattrocchi anche al giocatore, spiegandogli che il metodo che si userà sarà quello della tolleranza zero, che in campo si deve correre anche quando il pallone è tra i piedi degli avversari, che non basta il talento per sfondare nel calcio, che non saranno più tollerati atteggiamenti di estraneità.
TAGLIO - Insomma, ci sono tutti i presupposti perché Menez possa essere uno di quei giocatori che nel prossimo gennaio lasceranno Trigoria. Non in prestito, però, almeno questa è lintenzione della società che sul giocatore, poco più di un anno fa, ha investito oltre 10 milioni di euro, inserendo nel contratto quinquennale al giocatore, anche una clausola che, al termine della seconda stagione, libera il francese in cambio di 25 milioni di euro. Cifra, però, che in questo momento oggettivamente nessuno è pronto a investire su Menez. Jeremy ha poco più di due mesi per riconquistarsi il suo spazio nella Roma. Oppure tre mesi per trovarsi una squadra che gli consenta di tornare a giocare con continuità, opportunità che in questo momento alla Roma è lontanissima. Un eventuale ritorno in Francia sembra essere la pista più praticabile. A cominciare dal Marsiglia che già lestate scorsa ha provato a prendere Menez. A gennaio, tra laltro, il tecnico Deschamps, grande estimatore di Menez, perderà il senegalese Niang che dovrà andare a giocare la coppa dAfrica. La seconda opzione potrebbe essere rappresentata dal Lione dove non mancano gli estimatori del talento francese. La Roma di fronte a unofferta tra gli 8 e i 10 milioni si metterebbe seduta a trattare. Sperando, nello stesso tempo, che nei prossimi due mesi la cura Ranieri restituisca alla squadra il Menez dei giorni migliori.