
IL ROMANISTA - Quando sabato sera se n'è andato da Trigoria era tanto triste, era stato escluso dalle convocazioni di Claudio Ranieri ufficilamente per un problema agli adduttori, ma lui si sentiva di giocare. Adesso Jeremy Menez, professione campione squincio e triste, da Trigoria vorrebbe andarsene senza tornarci.
Probabilmente a gennaio, quando si potranno riaprire i portoni del "Bernardini" destinazione altrove. Magari in Francia, doce gode di tanta considerazione. In verità, dal punto di vista tecnico, Menez è considerato da tutti anche qui a Roma, persino da Ranieri con cui il rapporto - finora - non è mai sbocciato. L'allenatore testaccino ha scelto di essere col francese...testaccino. Nella settimana passata sono arrivate le "strigliate" forti, fatte per scuotere il ragazzo prima del campione. Jeremy ha un carattere particolare, si era capito fin dal giorno del suo arrivo, senza un sorriso.
Di questo ne aveva parlato anche Luciano Spalletti prima di andarsene, e più di una volta Philippe Mexes che pr ragioni ovvie s'è preso il piccolo Geremia sotto la sua ala protettrice. Ranieri appena arrivato ne ha elogiato le qualità d'artista del pallone e continua a farlo ("E' bellissimo a vedersi, glielo dico ai compagni: dategli la palla") ma in mezzo c'è stato anche uno scambio di opinioni - si dice così - forte. E il carattere di Jeremy resta fragile. Prima della mancata convocazione con il Napoli - e della panchina col Cska nel primo tempo - c'era stata la convocazione punitiva di Catania quando Menez venne chiamato solo per essere messo in tribuna. Jeremy ha voglia di andarsene a giocare, e pensa che con la Roma sarà difficile poterlo rifare.