La Roma riprova l’assalto

22/10/2009 alle 09:15.

CORSPORT (P. TORRI) - Craven Cottage, la casa del Fulham, è una bomboniera, si entra e pare di farlo in un pub, a be­er please. Non è Anfield Road, non è Old Trafford, non è l’Emirates sta­dium, ma ha lo stesso difetto, alme­no da un punto di vista romanista, è a Londra, Inghilterra. Soprattutto, Inghilterra. Dove, serve giusto un pizzico di memoria, la Roma ha una di quelle tradizioni che uno non vor­rebbe mai ricordare. In pratica, un disastro. Prendete, per esempio, le ultime tre edizioni della Champions League, due quarti di finale un ottavo che, in casa giallo­rossa, non è mai sta­ta roba di tutti i gior­ni. Tutte e tre le vol­te, il sogno di arriva­re fino in fondo, si è scontrato contro la perfida Albione. Im­possibile da dimenticare, due volte la corazzata Manchester United nei ..


La Roma, da queste parti non è quasi mai tornata con il sorriso dei giorni migliori. Pure quando ha vin­to. Come il 22 febbraio 2001, ultimo successo in Inghilterra della Roma. Si era a Liverpool, pure questo un altro nome che che ve lo diciamo a fare, coppa Uefa, quarto turno, i giallorossi griffati all’epoca Capello che da lì a pochi mesi avrebbero fe­steggiato il terzo scudetto, avevano perso all’Olimpico per due a zero, due gol di Owen che in quei tempi vinse pure il Pallone d’oro, in prati­ca erano con un piedi e trequarti fuori dall’Europa. Al punto che Ca­pello, secondo sue consolidate abi­tudini, si presentò in campo ad An­field Road con una formazione che non era proprio quella titolare. So­lo che non aveva fatto i conti con Gianni Guigou, gol dell’uruguiano, a portata di mano la possibilità di un’impresa ritenuta impossibile. Entrò pure Batistuta in campo, fal­lo di mano nell’area dei Reds, l’ar­bitro spagnolo Aranda che assegna il calcio di rigore indicando il dischetto per poi misteriosamen­te e incredibilmente trasformarlo in un calcio d’angolo. Alla fine, Roma fuori e nessuna voglia di festeggia­re che era, e lo è ancora, la terza e ultima vittoria sul suolo inglese da par­te della Roma. Solo Capello, che aveva in testa soltanto il cam­pionato, diede poco spazio alle recrimi­nazioni.


Prima di quella inutile, per quanto prestigiosa vittoria, i giallorossi avevano vinto da queste parti sol­tanto in altre due occasini, entram­be le volte nel torneo Anglo-italiano che fu, una volta in casa del Black­pool, la seconda in casa dello Stoke . Per il resto il ruolino di marcia è di quelli da mani nei capelli: 24 volte la Roma ha giocato partite uf­ficiali di coppa in Inghilterra, ha perso in 14 occasioni, 7 sono stati i pareggi, solo tre i successi, addirit­tura 44 le reti subite, 19 quelle rea­lizzate, l’ultima quella di
contro il Manchester United in una notte da dimenticare (nelle ultime 15 gare, sono stati appena 6 i gol realizzati). Quale migliore occasio­ne per Mirko Vucinic di interrom­pere il suo digiuno? «L’importante sarà fare risultato più che pensare a un mio gol. Anche se è chiaro che ci proverò, ne ho bisogno. In Inghil­terra non abbiamo una tradizione favorevole, è il caso di cambiare rot­ta » . E’ il caso.