CORSPORT (P. TORRI) - Craven Cottage, la casa del Fulham, è una bomboniera, si entra e pare di farlo in un pub, a beer please. Non è Anfield Road, non è Old Trafford, non è lEmirates stadium, ma ha lo stesso difetto, almeno da un punto di vista romanista, è a Londra, Inghilterra. Soprattutto, Inghilterra. Dove, serve giusto un pizzico di memoria, la Roma ha una di quelle tradizioni che uno non vorrebbe mai ricordare. In pratica, un disastro. Prendete, per esempio, le ultime tre edizioni della Champions League, due quarti di finale un ottavo che, in casa giallorossa, non è mai stata roba di tutti i giorni. Tutte e tre le volte, il sogno di arrivare fino in fondo, si è scontrato contro la perfida Albione. Impossibile da dimenticare, due volte la corazzata Manchester United nei ..
La Roma, da queste parti non è quasi mai tornata con il sorriso dei giorni migliori. Pure quando ha vinto. Come il 22 febbraio 2001, ultimo successo in Inghilterra della Roma. Si era a Liverpool, pure questo un altro nome che che ve lo diciamo a fare, coppa Uefa, quarto turno, i giallorossi griffati allepoca Capello che da lì a pochi mesi avrebbero festeggiato il terzo scudetto, avevano perso allOlimpico per due a zero, due gol di Owen che in quei tempi vinse pure il Pallone doro, in pratica erano con un piedi e trequarti fuori dallEuropa. Al punto che Capello, secondo sue consolidate abitudini, si presentò in campo ad Anfield Road con una formazione che non era proprio quella titolare. Solo che non aveva fatto i conti con Gianni Guigou, gol delluruguiano, a portata di mano la possibilità di unimpresa ritenuta impossibile. Entrò pure Batistuta in campo, fallo di mano nellarea dei Reds, larbitro spagnolo Garcia Aranda che assegna il calcio di rigore indicando il dischetto per poi misteriosamente e incredibilmente trasformarlo in un calcio dangolo. Alla fine, Roma fuori e nessuna voglia di festeggiare che era, e lo è ancora, la terza e ultima vittoria sul suolo inglese da parte della Roma. Solo Capello, che aveva in testa soltanto il campionato, diede poco spazio alle recriminazioni.
Prima di quella inutile, per quanto prestigiosa vittoria, i giallorossi avevano vinto da queste parti soltanto in altre due occasini, entrambe le volte nel torneo Anglo-italiano che fu, una volta in casa del Blackpool, la seconda in casa dello Stoke City. Per il resto il ruolino di marcia è di quelli da mani nei capelli: 24 volte la Roma ha giocato partite ufficiali di coppa in Inghilterra, ha perso in 14 occasioni, 7 sono stati i pareggi, solo tre i successi, addirittura 44 le reti subite, 19 quelle realizzate, lultima quella di De Rossi contro il Manchester United in una notte da dimenticare (nelle ultime 15 gare, sono stati appena 6 i gol realizzati). Quale migliore occasione per Mirko Vucinic di interrompere il suo digiuno? «Limportante sarà fare risultato più che pensare a un mio gol. Anche se è chiaro che ci proverò, ne ho bisogno. In Inghilterra non abbiamo una tradizione favorevole, è il caso di cambiare rotta » . E il caso.