
IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Se riuscisse a reagire sempre così la Roma non solo non perderebbe un talento divino in campo, ma guadagnerebbe un modello di comportamento nello spogliatoio. Il mattino di Jeremy Menez ha loro in bocca: il suo sorriso. Perché quando quel profilo lunare si rilassa, lascia intravedere un raggio di luce. Tipo un taglietto della serranda allaurora di una notte polare. Ieri, per chi avuto la fortuna di vederlo allenarsi, Menez è stato uno spettacolo. Una specie di faro. Concentrato e reattivo e, soprattutto, sorridente come raramente sè visto da queste parti (e anche dalle sue).