CORSPORT (P. TORRI) - Stasera allo stadio «Friuli» di Udine ci sarà anche un grande assente, una specie di fantasma che aleggerà prima, durante e dopo la sfida in campo. Non per motivi di salute. ma perché disoccupato, per scelta. Un allenatore che nelle precedenti sette stagioni, questa sfida tra Udinese e Roma laveva sempre vissuta in panchina, per tre anni su quella dei friulani che aveva portato sino al traguardo storico della qualificazione in Champions League, negli ultimi quattro su quella della Roma che ha portato a vincere tre coppe, a sfiorare uno scudetto con record societari che avrebbero più che legittimato il merito di quella eventuale vittoria..
Il derby con la Lazio, le sfide con lInter, il Milan, la Juventus erano, per carità, le partite principali della stagione quando stava sulla panchina della Roma, ma nessuna come questa contro lUdinese era la partita di Luciano Spalletti. Ci sarebbe piaciuto parlarne con lui di tutti questi precedenti, dai suoi anni friulani a quelli romani, ci abbiamo provato, ci abbiamo parlato lungamente e piacevolmente al telefono, ma quando gli abbiamo proposto di passare allufficialità, la risposta è stata un cortese No, grazie, giustificato, si fa per dire, con il fatto che oggi come oggi, e chissà fino a quando, guarda ma non parla, che si gode la famiglia, che segue le vicende del calcio, che Roma e la Roma gli sono rimaste nel cuore, che è incuriosito dalle tante voci di mercato che lo hanno visto al centro dellattenzione dal Real Madrid al Bayern Monaco, dallAtletico Madrid allo Zenit San Pietroburgo dove è pure andato di persona per rendersi conto bene di persona.
Certo è che stasera allo stadio «Friuli» ci sembrerà un po strano non vedere linconfondibile capoccione di Spalletti seduto su una delle due panchine, lui che questa partita la conosce meglio di chiunque altro. Una partita che ha giocato sempre per vincere e lo ha fatto, quattro i successi, tre con la Roma, solo lo scorso anno è uscito sconfitto dal suo vecchio stadio, a fronte di due sconfitte e un pareggio ( 3- 3) quando sulla panchina della Roma sedeva un certo Bruno Conti che di lì a poche settimane lo avrebbe chiamato alla guida tecnica del club giallorosso. In questi lunghi sette anni cè anche da registrare unottava sfida tra le due squadre, questa volta in Coppa Italia, era una semifinale, a Roma si era conclusa con un pareggio per uno a uno, in Friuli erano pronti a brindare alla prima finale, invece finì con un tre a tre che consegnò alla Roma quella finale e le porte dellEuropa.
Spalletti ha ricordi importanti sia a Udine che a Roma. In «Friuli» ha dato una spinta determinante alla sua carriera, risultati da grande squadra, successi e Champions, fino appunto al momento in cui alla sua porta bussò la Roma proprio nel momento in cui il tecnico si era reso conto che di più, a Udine, sarebbe stato impossibile fare. Aveva un altro anno di contratto con i Pozzo, non volevano lasciarlo andare via, Spalletti lasciò in Friuli il premio Champions pur di trasferirsi a Trigoria. Dove ha trascorso tre anni straordinari, uno con qualche difficoltà e un pezzetto che lo ha convinto a lasciare pure a Trigoria quello che gli avrebbe garantito un contratto che sarebbe andato in scadenza il trenta giugno del 2011. E, quindi stasera, guarderà. Anzi, forse neppure la guarderà. Perché Udinese-Roma sono sette anni della sua storia e forse sarebbe difficile non lasciarsi andare alla nostalgia. Meglio farsela raccontare.