Il Duce, i rolex e Belzebù. Il romanzo giallorosso

15/10/2009 alle 11:49.

LIBERO (G. DE CHIARA) - La leggenda racconta che Benito Mussolini, nonostante tifasse Lazio, favorì gli storici “nemici” della Roma nella vittoria del primo scudetto giallorosso: anno di gloria 1941-1942. Più degli interessi sportivi, come si sa, lo intrigava la politica. Così c’è chi ha sempre sostenuto che i “cugini” romanisti furono facilitati, per ampliare le attenzioni sulla capitale. Uno sponsor ingombrante, la figura del Duce, per la Roma, che tra i suoi tifosi doc più famosi annovera un altro pezzo da novanta della storia italiana: Giulio Andreotti.
Il Belzebù della politica ha sempre seguito con passione le gesta sportive della squadra. ..



Il Belzebù della politica ha sempre seguito con passione le gesta sportive della squadra, favorendo anche qualche cambio societario. Aiutò Giuseppe Ciarrapico, suo amico e sodale, a diventare presidente. Il Divo Giulio è stato anche molto vicino a Dino Viola, il presidente protagonista del secondo scudetto giallorosso (1982-1983). Si racconta che il sette volte presidente del consiglio favorì anche la firma del rinnovo del contratto del centrocampista brasiliano Paolo Roberto Falcao, intenzionato ad abbandonare la Roma.

Qualche ombra sul comportamento poco sportivo della Roma è evidente una domenica del maggio del 1973.

 

Si gioca l’ultima partita di campionato. In tre lottano per la vittoria finale: Milan, primo in classifica, e Lazio ad inseguire ad un solo punto. Alla fine dei 90 minuti lo scudetto fu vinto dai torinesi. All’Olimpico la squadra bianconera deve sfidare una Roma appagata e senza problemi di classifica. Il primo tempo finisce con i giallorossi in vantaggio. Metà stadio gioisce, l’altra metà è intimorito dalla possibilità che la Lazio possa vincere lo scudetto. Non sarà così perchè poi i biancocelesti e i rossoneri furono sconfitti.




Si racconta che nell’intervallo, l’allora presidente romanista, Gaetano Anzalone, dopo aver fatto i complimenti, negli spogliatoi, alla squadra, chiese ai suoi giocatori di perdere l’incontro. L’amicizia dei bianconeri poteva essere utile. Altro episodio poco chiaro, invece, è legato alla prima permanenza di Luciano Moggi nella capitale come dirigente giallorosso. Il 25 novembre 1979, dopo la partita Roma-Ascoli, (vinta dai romanisti) il presidente ascolano Costantino Rozzi si infuriò con l’arbitro della partita, aggredendo verbalmente anche il presidente Dino Viola e lo stesso Moggi. Alla vigilia della partita Moggi, infatti, era stato sorpreso, dal legale della squadra dell’Ascoli, in un ristorante romano in compagnia dell’arbitro e dei due guardalinee. Nel 1985 l’arbitro francese Michel Vautrot viene coinvolto, e poi scagionato, assieme all’arbitro italiano Paolo Bergamo nel presunto caso di corruzione relativo alla gara Dundee-Roma, semifinale della Coppa dei Campioni1983-1984.



C’è poi la storia dei Rolex regalati dalla Roma ai designatori degli arbitri, Bergamo e Pairetto, la vigilia del Natale del 1999. Nel febbraio del 2001 lo scandalo dei “Passaporti falsi”. La polizia indaga su una possibile “centrale” di documenti contraffatti di alcuni giocatori stranieri. Furono indagati due calciatori romanisti (Cafu e Bartelt) e il presidente Sensi. Nel giugno del 2006 furono tutti assolti. Fu condannato, però, a un anno Oscar Gustavo Bartelt, il papà del centravanti argentino della Roma.