IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - La Roma sta cercando un manager che abbia competenze di gestione precise, un dirigente che possa anche ricoprire la carica di direttore generale. Oggi non ce lha: ha un direttore sportivo, Daniele Pradè, e un direttore tecnico, Bruno Conti. I nomi che sono usciti soddisfano solo in parte lidentikit che in questi giorni si è tratteggiato a Villa Pacelli
Resta curioso che il rinnovo del contratto di Pradè, così come quello di Conti, non sia mai stato annunciato dalla società era lo scorso gennaio - ma scoperto dal mondo nelle pieghe di un bilancio buttato lì, timido, sul sito nella passata primavera. Anche adesso si lavora dietro le quinte, soprattutto con lintenzione di accompagnare Claudio Ranieri nel suo nuovo corso. Se la Roma ancora adesso ha la necessità di vendere qualcuno per trovare da qualche parte 15 milioni, è perché finora non ha ceduto come doveva e come voleva, come voleva soprattutto la proprietà. Spalletti o non Spalletti. Questestate se ne è andato "solo" Aquilani
quando nei piani era prevista almeno unaltra cessione, era stato anche detto pubblicamente: Julio Baptista e/o Jeremy Menez, forse Taddei, Cassetti e Tonetto, oltre ai vari Andreolli, Esposito, Greco e Antunes (su Okaka solo alla fine Spalletti ha deciso di "lavorarci"). Nella lista doro dei partenti cerano anche Juan e Vucinic, e il brasiliano è stato a un passo dal Real Madrid prima dellennesimo infortunio. Di tutte queste possibilità non ne è stata percorsa nemmeno una: la Roma non ha venduto più nessuno e quindi, eccoli,
allultimo giorno di mercato, stagliarsi Lobont e Zamblera.
I piani di Spalletti, consegnati a Rosella nellincontro di giugno, sono saltati e quindi è saltato lui: il tecnico le aveva consegnato una decina di nomi tutti "abbordabili", tutti a prezzi da discount, in linea con i tempi che si vivono da queste parti. Sicuramente cera il nome dello svincolato Julio Cruz, che Spalletti avrebbe gradito già due anni prima (magari nelloperazione Chivu) o anche tre anni prima, magari al posto di Vucinic che non è mai stata una prima scelta per il toscano (in assoluto a Spalletti hanno comprato soltanto Pizarro, mentre lui sognava Di Natale, Iaquinta, Adriano, Amauri, Mutu... e poi un portiere qualsiasi, ma possibilmente un portiere).
In questo contesto è stata definita «catastrofica » la scelta di cedere Galloppa al Siena, oltre a mezzo Curci, per Artur e Loria. Sempre in quellestate era stato praticamente ceduto Matteo Brighi al Torino prima che intervenisse lo stesso Spalletti per bloccare tutto proprio allultimo istante (una specie di deja vu di Mancini in
viaggio per Torino via Milano). Ma la cartina di tornasole è unaltra: la cessione di Aquilani al Liverpool
è stata "smossa" da Rafa Benitez messosi direttamente in contatto con i vertici presidenziali per avere il giocatore che gli piace tanto. Cè insoddisfazione nella società che fra laltro entro gennaio sono un paio di mesi, ormai dovrà affrontare undici (11!) contratti in scadenza. Cè insoddisfazione anche nei giocatori,
in quelli rimasti con le promesse in mano: Pizarro, Brighi, lo stesso Perrotta, tra i nomi più importanti. La questione Totti (that is the question) è trattata direttamente da Rosella per limportanza che ha, per il rapporto con il capitano e perché alternative non ne ha. Le sta cercando apposta. Magari le firme vengono dopo il diggì.