Giro: "La Roma fa i conti senza l'oste..."

10/10/2009 alle 12:14.

IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) -

Secondo Ciocchetti se non sarà modificata, la legge sugli stadi appena approvata al Senato rischia di non passare alla Camera.

«Le perplessità di Ciocchetti sono le mie. Personalmente sono sorpreso per il fatto che il Ministero abbia ricevuto il testo di legge solo pochi giorni prima del voto. Abbiamo presentato degli emendamenti in poche ore, per correggere una legge che non prevedeva alcun vincolo di impatto paesaggistico».

Quali sono i punti che non vi hanno convinto?

«Il piano di fattibilità deve essere presentato dal soggetto proponente e deve rispettare alcuni criteri inderogabili. Inizialmente tra questi criteri non era previsto l’impatto ambientale e paesaggistico ma erano previsti criteri più fragili, come l’utilità sociale. Quando si prevede la costruzione di uno stadio, l’impatto ambientale e paesaggistico deve essere previsto, soprattutto se insieme allo stadio vengono costruiti nuovi centri multifunzionali: per poter realizzare questo bisogna rispettare la vincolistica. Credo che alla Camera ci saranno maggiori difficoltà».

A che punto è il progetto della Roma?

«Abbiamo assistito ad una conferenza stampa bizarra dove è stato presentato un progetto di cui non abbiamo visto nulla. I soggetti che devono ricevere il progetto sono il Comune di Roma e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Non abbiamo visto nulla, ci è stato detto però che il progetto era coerente con la legge sugli stadi che sarebbe stata approvata di lì a poco al Senato e alla Camera. La legge è stata approvata in commissione al Senato in sede deliberante (non deve passare in aula n.d.r) ora la stessa cosa dovrà essere fatta alla Camera. Questa legge però proprio per il caso-Roma rischia di fermarsi perché è emerso il problema dell’impatto ambientale».

Senza legge addio stadio?

«Nel caso della Roma non c’è né la legge né il progetto. Abbiamo visto solo belle immagini, ma senza niente dietro. Io non sono contro lo , ma contro i pasticci».

Nella zona scelta ci sono vincoli?

«La zona scelta per lo stadio ha un vincolo paesaggistico, che nel nuovo Piano territoriale paesaggistico regionale verrà declassato. L’area diventerà agricola e la zona non sarà più vincolata sotto il profilo paesaggistico, ma l’area agricola è comunque inedificabile».

Dopo dovrà essere fatta una deroga al Piano regolatore?

«Bisognerà fare un accordo di programma tra soggetti proponenti (la Roma), soggetti istituzionali (il Comune e il Ministero) per andare in deroga agli strumenti urbanistici».

Nella zona c’è anche un vincolo archeologico?

«Sì, ma non è un vincolo inderogabile. Andrebbe però visto il progetto, che non è stato presentato mai né alla Regione Lazio né al Ministero. Per questo mi sono chiesto che cosa ci facessero Marrazzo e Alemanno alla conferenza stampa, che è stata fatta sul nulla».

Sono stati sbagliati i tempi?

«A dicembre la legge sarà approvata, con tutte le modifiche del caso, avremo una legge seria. A quel punto la Roma avrebbe potuto presentare il suo progetto».

Lei ha dichiarato che lo stadio potrebbe sorgere da un’altra parte.

«Non capisco perché si debba ingolfare una zona già congestionata, e con grandi problemi di infrastrutture. Bastava informarsi prima di fare quella presentazione, bastava una telefonata al Ministero. Non è vero, come dice Scarpellini, che la zona è priva di vincoli. I vincoli ci sono, poi se ne può discutere».

La Roma però ha un accordo con Scarpellini. Se la zona dovesse cambiare sarebbe un problema per la famiglia Sensi.

«Hanno fatto i conti senza l’oste. Quella è un’area agricola, che oggi costa pochissimo e tra qualche anno costerà molto di più, con un profitto per chi l’ha acquisita e per chi ci costruirà. Non vorrei pensare ad una speculazione. Hanno fatto un’operazione fingendo di non sapere che ci sono vincoli».