Emergenza e contestazioni. La Roma non trova mai pace

28/10/2009 alle 08:57.

GASPORT (A. CATAPANO) - Oltre che di un motiva­tore, la Roma avrebbe bisogno di un metronotte. Seriamente. Se Atene piange, Sparta non ri­de, quindi se la Lazio viene «bombardata» dai suoi tifosi a Formello, la Roma riceve la visi­ta notturna dei propri: nella notte tra lunedì e martedì una volante della polizia è interve­nuta a Trigoria per evitare che una decina di ultrà (tutti identi­ficati) penetrassero all’interno del centro sportivo, con l’inten­to di imbrattarne i muri. Ieri c’era anche chi giurava di aver letto scritte ingiuriose dentro il centro, ma l’episodio è stato smentito dalla Roma. Comun­que, tira un’ariaccia...

Debiti e vendette L’universo Ro­ma alla vigilia della trasferta di Udine vive un momento calcisti­camente drammatico: la squa­dra è in crisi, l’allenatore non riesce a invertire la rotta, la so­cietà è debole, abbandonata dalla parte buona del tifo e con­testata dagli ultrà. La Sensi vuo­le tirare dritto, ma i debiti della Italpetroli aumentano e UniCre­dit presto tornerà alla carica con iniziative più severe. I rap­porti con la banca sono ai mini­mi termini: venerdì potrebbe farne le spese l’avvocato Rober­to Cappelli, legale di UniCredit, che la Sensi per ritorsione vuo­le estromettere dal cda Italpe­troli.

Realismo Ranieri rischia di fare la figura di chi non sa più che pesci pigliare. L’innesto del mo­tivatore Montali potrebbe alleg­gerirgli il compito («Così potrò occuparmi solo di campo»), ma l’impresa di raddrizzare questa disgraziatissima Roma resta quasi impossibile. Lo ammette lui stesso: «Sarebbe stato diffici­le anche con la squadra al com­pleto, figuriamoci in queste condizioni. Oggi firmerei per il 4˚ posto». Quel che resta di que­sta squadra. «Siamo in emer­genza ». Perfino sospetta: out , Pizarro, Riise, Tonetto, Burdisso, Menez. Il francese è un caso? Ranieri smentisce e ri­tira fuori la pubalgia. Poi, dice: «La rosa è quella che è, dobbia­mo fare di necessità virtù, mi as­sumo le mie responsabilità. Cer­to, anch’io avrei preferito arri­vare quando la società poteva fare acquisti». E invece «questa non è la mia squadra, non l’ho fatta io, perciò è difficile pla­smarla. Ci aspetta una stagione tribolata, di sacrifici e delusio­ni. Possiamo solo dare tutti il massimo, lavorare, lavorare, la­vorare. Ma obiettivi no, non prendo in giro i tifosi». L’aveva detto anche Spalletti, alla vigi­lia della prima giornata.