Ecco perchè è giusto che Totti sia pagato tanto

08/10/2009 alle 10:05.

IL ROMANISTA (G. MANFRIDI) - Finalmente un po’ di pace, un po’ di serenità pur dentro la crisi, che ampia com’è ancora trascende la fausta circostanza di una godutissima vittoria. Due settimane che dedicheremo solo a seguire le sorti dei nostri giocatori in trasferta con le rispettive nazionali e i bollettini medici di quelli rimasti a Trigoria. Due settimane senza masticare amaro. Ci voleva. Distratti dall’incubo della colonna destra infine scavallata, possiamo iniziare a mescolare il vagito di qualche sogno con pensieracci meno oppressivi. A cominciare da quello che riguarda l’ ”affaire” Totti e il caso di un contratto che, pur essendo a tutt’oggi una realtà virtuale, ha già prodotto una letteratura tanto rovente ..

Dal dibattito sulla congruità della cifra si è passati all’ansia che hai visto mai ci fosse sotto qualcosa. Un retropensiero allusivo di un’ipotesi francamente folle: che il capitano possa lasciare la Roma a parametro zero. No, tutto posso temere tranne una follia suicida di simili proporzioni. Meraviglia, semmai, che la presidentessa, dopo averci rimbrottati (tutti, praticamente, a accezione dei suoi più fidi) in quanto immeritevoli di vantare in giallorosso un campione comeil capitano, non abbia colto al balzo l’opportunità di tacitare la nascente canizza annunciando la duplice firma su una carta che direbbe (che dirà): per sempre.

La domanda è: perché tante esitazioni nel consegnare ufficialmente alla storia della società il presente, il passato e il futuro di un giocatore che ha fatto e che continua a fare da struttura portante all’intero percorso della presidenza Sensi? E più in generale: per quale motivo la dilazione è stata assunta da questa proprietà a sistema operativo puntualmente ribadito? Quali scaltrezze, quali strategie suggeriscono un comportamento che sfiora il mistero puro? Sempre all’altezza di se stesso, , all’indomani dei primi brontolii collettivi, ci ha pensato da par suo a dimostrare che i milioni pattuiti non mettono conto di essere discussi. Nelle inumane dimensioni economiche in cui vengono calcolati i numeri che riguardano le star, un rinnovo dalle caratteristiche tanto spettacolari ha dimostrato di contemplare una sua particolare forma di saggezza. deve essere pagato molto poiché l’intero mondo del calcio paga molto per vederlo giocare e, se possibile, nella certezza di saperlo in attività per altri quattro anni almeno.



La sua longevità serve a tutti, ma questa longevità è a sua volta un prodotto da retribuire pesantemente dal momento che implica messe a rischio vieppiù frequenti. Perciò l’industria pallonara, nel suo insieme, è disposta a pagare molto chi lo pagherà molto: per il semplice fatto che ne ha molto bisogno. E ciò di cui ha bisogno è esattamente bisogno un romanista, che così è voluto da chi lo ama al pari di chi lo detesta. , in questo senso, non è paragonabile né a Ibrahimovic né a
né a Del Piero. Tutti fuoriclasse dal marchio bipartisan. Il loro valore è riconosciuto senza riserve e le emozioni che costoro suscitano sono per lo più di stampo prettamente sportivo.

no. Lui divide. Addirittura, fomenta l’ipocondria dei più arditi fra i suoi detrattori spingendoli all’eresia di parlarne come uno che poi, stringi stringi, non è che sia tutto questo granché. Insegna Dostoevskij nella prima pagina de “Le memorie del sottosuolo” che certe forme di ipocondria risultano consustanziali all’animo umano, e che se il fegato ci fa male, quasi vorremmo che ci facesse ancor più male per sentirci giustificati nel nostro imprecare contro la natura maligna.

Detta in breve: , quando smetterà, mancherà anche ai laziali. Sarà dura per loro ritrovarsi orfani di un nemico tanto identificabile (anche se, nello sport, alla parola nemico vorrei venisse sempre sostituita la parola avversario, ma stavolta, causa terzi, dà l’idea e non la scanso). Mi diverte pensare che a rendere sensati quei cinque  milioni e passa di stipendio partecipi anche l’appeal che il capitano si è conquistato presso gli azzurropallidi. La cadenza dei suoi gol li sta facendo friggere.

Il count down è scattato anche per loro. L’idea che il prossimo a essere raggiunto e superato possa essere, e sarà, Beppe Signori (che, peraltro, da laziale ha realizzato solo una parte del suo score complessivo) li induce a seguire le nostre partite con una trepidazione che  personalmente mi lusinga. L’ascesa di nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi è uno spettacolo in più che si aggiunge ai pochi motivi di esaltazione offerti dalla nostra attuale serie A. e i suoi record! Sarà brutale, ma anch’essi  rappresentano un prodotto commercializzabile. A ben vedere, chi altri può garantirne di uguale peso e significato?