
IL ROMANISTA (G. MANFRIDI) - Finalmente un po di pace, un po di serenità pur dentro la crisi, che ampia comè ancora trascende la fausta circostanza di una godutissima vittoria. Due settimane che dedicheremo solo a seguire le sorti dei nostri giocatori in trasferta con le rispettive nazionali e i bollettini medici di quelli rimasti a Trigoria. Due settimane senza masticare amaro. Ci voleva. Distratti dallincubo della colonna destra infine scavallata, possiamo iniziare a mescolare il vagito di qualche sogno con pensieracci meno oppressivi. A cominciare da quello che riguarda l affaire Totti e il caso di un contratto che, pur essendo a tuttoggi una realtà virtuale, ha già prodotto una letteratura tanto rovente ..
Dal dibattito sulla congruità della cifra si è passati allansia che hai visto mai ci fosse sotto qualcosa. Un retropensiero allusivo di unipotesi francamente folle: che il capitano possa lasciare la Roma a parametro zero. No, tutto posso temere tranne una follia suicida di simili proporzioni. Meraviglia, semmai, che la presidentessa, dopo averci rimbrottati (tutti, praticamente, a accezione dei suoi più fidi) in quanto immeritevoli di vantare in giallorosso un campione comeil capitano, non abbia colto al balzo lopportunità di tacitare la nascente canizza annunciando la duplice firma su una carta che direbbe (che dirà): Totti per sempre.
La domanda è: perché tante esitazioni nel consegnare ufficialmente alla storia della società il presente, il passato e il futuro di un giocatore che ha fatto e che continua a fare da struttura portante allintero percorso della presidenza Sensi? E più in generale: per quale motivo la dilazione è stata assunta da questa proprietà a sistema operativo puntualmente ribadito? Quali scaltrezze, quali strategie suggeriscono un comportamento che sfiora il mistero puro? Sempre allaltezza di se stesso, Totti, allindomani dei primi brontolii collettivi, ci ha pensato da par suo a dimostrare che i milioni pattuiti non mettono conto di essere discussi. Nelle inumane dimensioni economiche in cui vengono calcolati i numeri che riguardano le star, un rinnovo dalle caratteristiche tanto spettacolari ha dimostrato di contemplare una sua particolare forma di saggezza. Totti deve essere pagato molto poiché lintero mondo del calcio paga molto per vederlo giocare e, se possibile, nella certezza di saperlo in attività per altri quattro anni almeno.
La sua longevità serve a tutti, ma questa longevità è a sua volta un prodotto da retribuire pesantemente dal momento che implica messe a rischio vieppiù frequenti. Perciò lindustria pallonara, nel suo insieme, è disposta a pagare molto chi lo pagherà molto: per il semplice fatto che ne ha molto bisogno. E ciò di cui ha bisogno è esattamente bisogno un Totti romanista, che così è voluto da chi lo ama al pari di chi lo detesta. Totti, in questo senso, non è paragonabile né a Ibrahimovic né a Messi né a Del Piero. Tutti fuoriclasse dal marchio bipartisan. Il loro valore è riconosciuto senza riserve e le emozioni che costoro suscitano sono per lo più di stampo prettamente sportivo.
Totti no. Lui divide. Addirittura, fomenta lipocondria dei più arditi fra i suoi detrattori spingendoli alleresia di parlarne come uno che poi, stringi stringi, non è che sia tutto questo granché. Insegna Dostoevskij nella prima pagina de Le memorie del sottosuolo che certe forme di ipocondria risultano consustanziali allanimo umano, e che se il fegato ci fa male, quasi vorremmo che ci facesse ancor più male per sentirci giustificati nel nostro imprecare contro la natura maligna.
Detta in breve: Totti, quando smetterà, mancherà anche ai laziali. Sarà dura per loro ritrovarsi orfani di un nemico tanto identificabile (anche se, nello sport, alla parola nemico vorrei venisse sempre sostituita la parola avversario, ma stavolta, causa terzi, dà lidea e non la scanso). Mi diverte pensare che a rendere sensati quei cinque milioni e passa di stipendio partecipi anche lappeal che il capitano si è conquistato presso gli azzurropallidi. La cadenza dei suoi gol li sta facendo friggere.
Il count down è scattato anche per loro. Lidea che il prossimo a essere raggiunto e superato possa essere, e sarà, Beppe Signori (che, peraltro, da laziale ha realizzato solo una parte del suo score complessivo) li induce a seguire le nostre partite con una trepidazione che personalmente mi lusinga. Lascesa di Totti nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi è uno spettacolo in più che si aggiunge ai pochi motivi di esaltazione offerti dalla nostra attuale serie A. Totti e i suoi record! Sarà brutale, ma anchessi rappresentano un prodotto commercializzabile. A ben vedere, chi altri può garantirne di uguale peso e significato?