
CORSPORT (P. TORRI) - « Nessun problema, sto alla grande» : il giorno dopo del suo rientro in campo, Doni ha avuto anche le ultime risposte che cercava. Quando si è lontani dai campi di calcio per sei mesi, il rientro è sempre molto delicato prima, durante ma anche dopo, pure se di professione fai il portiere perché mica è vero che non si fa fatica a stare tra i pali, una volta Luciano Spalletti ci disse che un estremo difensore nel corso dei novanta minuti di una gara di media percorre tra i sei e i sette chilometri, oltre a tuffi, uscite, contrasti che possono sempre lasciare il segno.
Non ci fosse stato Rosetti, per Doni il rientro non sarebbe potuto andare meglio, compresa una paratona su un tiro a distanza ravvicinata di Seedorf, una di quelle parate salva risultato, sempre se non ci fosse stato Rosetti. Doni si è promosso, qualche timore dopo tanti mesi di assenza, cè sempre quando si torna a giocare, San Siro e il dopo San Siro gli hanno fatto capire di essere ormai a un passo dal recupero totale: «Adesso ho soltanto bisogno di giocare, giocare, giocare. Ho lavorato tantissimo, in particolare nelle ultime due-tre settimane, sto sempre meglio, tempo un altro po di giorni e sarò al top anche dal punto di vista della condizione fisica. Sono felice di essere tornato»
sempre che non ci fosse stato Rosetti.
VUCINIC - Da un giocatore che si sta ritrovando, a uno che rischia di perdersi, Mirko Vucinic, di nuovo sul banco degli imputati per la prestazione non brillante a San Siro. Il montenegrino non ha ancora brindato al primo gol in campionato, soprattutto ne ha sbagliato uno tutto solo davanti a Dida che avrebbe probabilmente ucciso la partita, sempre che non ci fosse stato Rosetti. La notte, dicono, porta consiglio. Ai giocatori della Roma, no. Nel senso che la rabbia, per quello che hanno vissuto a San Siro, è ancora lì, anche se la sfida con i rossoneri è andata in archivio da qualche ora. Come, per esempio, è accaduto a Vucinic che, dopo aver rifiutato qualsiasi commento a caldo negli spogliatoi dello stadio milanese, sul volo che ha riportato la squadra giallorossa a casa nella notte tra domenica e lunedì, si è aggiunto alla lista di quelli che hanno preso sonno, se lo hanno preso, con grande difficoltà: «E cosa vogliamo dire dellarbitro? A Milano è sempre la stessa storia, non sappiamo più cosa pensare. E uno scandalo. Senza lepisodio del rigore concesso al Milan, la Roma probabilmente avrebbe vinto la partita. Sono deluso, anche perché non sono riuscito a fare gol. Per me sta diventando un problema. E ovvio che pensi al gol, quello contro il Gand è datato e poi non è che conti molto. Per tornare a segnare ho bisogno di stare al cento per cento, invece continuo ad avere problemi fisici che non mi consentono di allenarmi con continuità Quando non cè Totti, so bene che il peso dellazione offensiva è sulle mie spalle. Cercherò di rompere il ghiaccio a Londra contro il Fulham» .
JUAN - A proposito di Fulham. cè da dire che ieri, a Trigoria, Juan è tornato a lavorare con il gruppo. E questo apre un piccolo spiraglio alla possibilità che il centrale difensivo brasiliano possa essere a disposizione per la partita di Europa League. Una sfida che dopo il ko, per quanto immeritato e ingiusto, di San Siro, è diventata ancora più delicata di quello che già era. E probabile che Ranieri faccia un po di turnover con Brighi destinato a giocare dallinizio. Menez dovrebbe essere confermato nella formazione iniziale, ma non è detto che il suo partner offensivo sia ancora Vucinic. Potrebbe toccare a Okaka con Baptista destinato a disputare un altro spezzone di partita.