Dipendere da un solo giocatore è molto grave

27/10/2009 alle 09:38.

CORSPORT (L. CASCIOLI) - La partita con il Livor­no ci ha dato la sen­sazione di uno scomodo viaggio in un autobus molto affollato, cattivi odori compresi. I gioca­tori giravano a vuoto su se stessi, alla ricerca di uno sbocco di gioco più introvabile che inesi­stente e spesso siamo stati sul punto di sugge­rire loro quello che do­vevano fare, invece che scrollare le spalle e ri­mettersi, si fa per dire, le mani in tasca. Che pena! E così la squadra, celebrata appena po­che ore prima per il ca­rattere che aveva dimo­strato contro il Fulham, perde senza carattere e senza gioco, disputando una partita forse più brutta che ..



Anche per­ché, a questo punto i più sfortunati di tutti sono i tifosi, che non meritano una situa­zione come questa. Per­ché non c'è solo la scon­fitta, c'è di peggio. C'è che Menez, dopo un tempo trascorso nel vi­colo cieco dei suoi stuc­chevoli dribling, appa­re bruciato. Appare bru­ciato anche Faty, utiliz­zato male, ma privo della personalità su cui puntava l'allenatore, dandogli questa ricca opportunità.



Insomma si è fatto anche un bel rogo delle speranze future. Poi ci sono alcuni giocatori che appaiono del tutto spenti come Taddei. Per tacere di Vucinic, che ormai non è più un caso. E' un casino. E' il solo che dia ogni tanto l'impressione di poter fare gol, ma ancora non ne ha segnato uno. Ha fatto bene Ranieri a la­sciarlo in campo, nono­stante i fischi impietosi, ma il gol tanto atteso non è arrivato e anche lui adesso sta peggio di prima. Senza , è calato il buio, ma la co­statazione non migliora le cose, in quanto non sarà eterno ed è molto grave dover di­pendere da un solo gio­catore, per di più nel tramonto dorato della carriera. Qual è insom­ma il futuro per questa squadra? Quale futuro soprattutto per una so­cietà che non può e non ha saputo correre ai ri­pari? Difficile resistere alla tentazione del pes­simismo, anche perché i giocatori interpretano sciattamente una storia alla quale loro per pri­mi dimostrano nei fatti di non credere più.




Cor­rono (?), si passano la palla, tirano in porta ( o cercano di ti­rare in por­ta), ma non riescono a farci dimen­ticare la fac­cia preoccu­pata di Ra­nieri, dap­prima incre­dulo e poi di­sperato. Non riescono a impressio­narci nemmeno quando nei minuti finali ci met­tono, al contrario di quel che si dice a Ro­ma, più anima che ?for­tuna.

Dov'è finito Mirko Vu­cinic, spavento delle di­fese? Dov'è finito , su cui si punta sempre a scatola chiu­sa? E dov'è soprattutto la Roma che avevamo celebrato come la squa­dra più bella del cam­pionato? Inutile chie­derlo a Ranieri, che in piedi, ai bordi del cam­po, si sta mangiando il fegato. E' stato chiama­to a grattare il fondo della pentola e il ricor­so all'agonismo, da lui sollecitato, offre sempre qualche appoggio alle squadre in ginocchio, a patto che i giocatori ab­biano ancora energie da bruciare Certe parti­te insomma hanno il potere perfido di con­vincerci che la sconfit­ta diventa addirittura ovvia quando i protago­nisti in campo ormai si esprimono senza un'on­cia di vitalità.