Boniek: "Alla Roma solo per un ruolo operativo"

10/10/2009 alle 10:53.

CORSPORT (P. TORRI) - A qualche settimana circolano con sempre maggiore insistenza, voci, confidenze, sussurri, chiacchiere, a proposito dell’intenzione della Roma di arricchire la sua struttura societaria. Si è fatto il nome di Giampaolo Montali, smentito dalla società, quello dell’avvocato Conte, che è appunto un avvocato come ha sottolineato la dottoressa Sensi, anche quello di Enrico Bendoni.

Boniek torna alla Roma, da dirigente. E’ ve­ro?

«No».

Eppure si parla di ripetuti contatti che lei avrebbe avuto con la dottoressa Sensi.

«Non posso nascondere di aver incontra­to, in tempi recenti, il presidente della Ro­ma ».

Che cosa le è stato proposto?

« Questo lo dovete domandare alla pro­prietà ».



Che cosa ha detto Boniek alla Roma?

«L’ho detto a loro».



Allora diciamo noi: è vero che le è stato offerto un ruolo di ambasciatore per la Ro­ma?

«Potrebbe essere così».



Però a Boniek questo ruolo piace poco.

«Io proprio per carattere non sono adatto a un ruolo di immagine e basta. Io se devo lavorare per la Roma, voglio fare per mi­gliorare la società, i conti e la squadra».

Insomma, Boniek sarebbe a disposizione per un ruolo operativo?

«Sì e questo la dottoressa Sensi lo sa be­nissimo, così come sa che a me non mi inte­ressa un ruolo solo di immagine. Cosa che tra l’altro in qualche maniera già faccio per­ché io la Roma la porto sempre nel cuore, ogni volta che ho dei contatti con personag­gi del calcio, sia dirigenti che allenatori o giocatori, la Roma è sempre un motivo di dialogo».

Che impressione le ha fatto la dottoressa Sensi?

«Diversa da quella che ho visto rappor­tarsi con la stampa, cioè un po’ troppo timi­da. In realtà è una persona che non ha pau­ra di nulla, ha idee chiare e una grandissi­ma voglia di fare».

Nella Roma ci sarebbe tantissimo da fare.

« E’ vero. Si può fare tantissimo. Basta avere idee e metterle in pratica».



Ma una società che si affida all’autofinan­ziamento può ancora puntare ai vertici del calcio?

« Sì. Qui non va dimenticato che stiamo parlando di un marchio come quello della Roma che non ha rivali al mondo. Si può mi­gliorare il fatturato e, quindi, pure la squa­dra che tra l’altro è già buona».



Come?

«Faccio un semplice esempio: il marchio Roma è conosciuto in tutto il mondo. Allora perché non acquistare il miglior calciatore cinese e il migliore giapponese? Avete pre­sente che tipi di mercato sono quelli? E, quindi, quante maglie giallorosse si potreb­bero vendere da quelle parti?».

Non c’è il rischio che entrando nella Ro­ma Boniek possa andare a scontrarsi con gli altri dirigenti che già lavorano a Trigo­ria?

«Non credo. Io sono per il lavoro di grup­po, come una squadra, se si lavora insieme si possono fare tante altre cose».

Secondo lei l’attuale struttura societaria della Roma è troppo ridotta?

«Io credo che ci siano dei ruoli non coper­ti: Domanda: nella Roma c’è un direttore ge­nerale?

No. Che è un’autocandidatura?

«Questo lo ha detto lei».



Le risulta che la Roma, oltre a Boniek, abbia contattato qualcun’altro per un in­gresso in società?

"Non mi risulta".



La Roma vuole costruire il suo stadio.

«Era ora che qualcosa si muovesse in que­sto senso. Solo in Italia ancora non ci siamo convinti che le società di calcio che devono pensare anche a fare degli utili, non posso­no prescindere da uno stadio di proprietà. La Roma fa benissimo a operare in questa direzione».

Lo stadio di proprietà è il motivo princi­pale del fatto che il campionato italiano non è più il numero uno al mondo?

«Sì. Vi do solo un dato: le prime quattro squadre della Premier fatturano 500 milio­ni di euro in più rispetto alle prime quattro del nostro campionato e questa differenza è quasi tutta determinata dallo stadio di pro­prietà ».

La Roma di quest’anno dove può arriva­re?

«Dal secondo al quarto posto. Deve arri­vare a riprendersi la partecipazione in . Ha tutto per riuscirci».

Lo scudetto per Boniek è già assegnato?

«Sì. Lo vincerà ancora una volta l’Inter. E’ la più forte di tutte. La sembrava poter dar fastidio, invece si è già fermata».

Boniek dirigente della Roma lo farebbe il nuovo contratto a a cinque milioni net­ti a stagione?

« è la Roma di ieri, oggi e domani. Non può mai essere un problema il rinnovo contrattuale del capitano. Magari si potreb­be pensare a una formula che preveda dopo due-tre anni, una verifica. Nel senso che og­gi come oggi faccio un po’ fatica a pensare a un ancora al top quando avrà 38 an­ni. Non è un difensore, per un attaccante è più dura. In ogni caso, il contratto di dovrebbe prevedere che quando smetterà di giocare, diventerà subito un dirigente del club».

Lasciando la fascia di capitano a De Ros­si.

«E’ un giocatore straordinario, intelligen­te, comunicativo, agonista. E’ un capitale inestimale della Roma. Il suo valore è supe­riore a qualsiasi offerta possa arrivare per il suo cartellino».

Ranieri è l’allenatore giusto per aprire un nuovo ciclo?

« E’ un bravo allenatore, razionale ed esperto. In questo momento è l’allenatore giusto. Con una qualità che amo nelle perso­ne: quando ti parla ti guarda sempre negli occhi».