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GASPORT - Non è mai troppo tardi. Nella galassia dei giocatori della Roma che devono ancora cominciare di fatto il campionato, cè anche Mirko Vucinic. Una manciata di minuti con la Juventus, giusto per certificare la guarigione dopo unestate vissuta tra pomate e fisioterapia, con lintervento di pulizia del menisco dopo il gol, un piccolo capolavoro, rifilato al Gand, il 30 luglio. Oggi è il giorno degli inizi anche per lui, il centravanti dallaria perennemente arruffata, sempre in bilico tra il fuoriclasse e lincompiuto, tra il talento consacrato e quello inespresso.
Ultima chiamata Il tempo delle mele è finito da un pezzo, per Mirko. Alletà di 27 hai il dovere di gettare la maschera. In Europa e in Italia, Vucinic ha mostrato diverse volte la versione del campione: basta pensare alla doppietta al Chelsea dieci mesi fa in Champions o ai gol che, insieme a quelli di Totti, permisero alla Roma di sfiorare lo scudetto due stagioni fa. Fu proprio lui, con la rete a Catania dopo uno slalom maradoniano, a mantenere in vita la speranza fino a 30 minuti dalla fine. Poi, lInter calò lasso Ibrahimovic e nella pioggia di Parma la squadra di Mancini si assicurò uno scudetto che stava sciaguratamente perdendo. Laccostamento con Ibrahimovic non è casuale: anche a lui ha pensato lInter prima di perdere lo svedese e puntare su Etoo. Non solo: si pensò sempre a lui per fare laccoppiata balcanica, Ibra-Vucinic, talento e sregolatezza.
Cercasi continuità Ma questi sono altri discorsi. La parola con la quale Vucinic litiga da sempre si chiama continuità. E il suo grande limite, il suo problema freudiano. La continuità è il tallone dAchille dei grandi talenti, che di fronte alla bellezza delle loro invenzioni tendono spesso a rimirarsi allo specchio. «Dio mio quanto sono bravo, quanto sono bello», ma intanto il tempo passa, passano anche le partite e le assenze, dovute talvolta nel caso di Mirko anche a qualche guaio fisico, ti riportano indietro, alla casella di partenza. Oggi, nella prima Roma di Ranieri, quella che secondo gli auspici dovrebbe essere quella della svolta dopo lavvio orribile in campionato, zero punti e ultimo posto in classifica, Vucinic viaggerà accanto a Totti. Un duo che fa pensare a molte altre accoppiate nello sport: quelle del canottaggio, del rally, del ciclismo, del tennis, del beach volley. Gareggiare insieme, soprattutto se il compagno è di valore e trattandosi di Totti è più di una garanzia, consente talvolta di colmare le proprie lacune aggrappandosi agli splendori dellaltro. Mirko aveva le gambe pesanti, giovedì, dopo le due partite con la Nazionale. Tre giorni, però, sono ottimi ed abbondanti per riprendersi, soprattutto se hai 27 anni e sei uno sportivo di alto livello. Oggi la parola dordine è dare anima e corpo ad una Roma che deve disperatamente ritrovarsi, se non vuole sprofondare in una stagione anonima. Servono carattere, spirito di sacrificio, capacità di sopportare il dolore e la fatica. E, in sintesi, il messaggio inviato da Ranieri alla squadra. Il nuovo tecnico ha avuto solo tre giorni per parlare a fondo con Mirko, ma le sue parole sono state chiarissime: «Ho bisogno del tuo talento e dei tuoi gol per riportare in alto la squadra». Vucinic ha ascoltato e ha capito. Ora però non basta capire: bisogna anche agire. A Siena, Mirko dovrà battere un colpo, giocare bene e provare a segnare. Il gol, in fondo, è il suo mestiere.