Spalletti, è finita. Ranieri alla Roma

01/09/2009 alle 09:13.

LA STAMPA - Scherzi del destino e del calendario. Claudio Ranieri è pronto al nuovo battesimo in panchina, stavolta nella sua città e con i colori che ha sempre amato perché, per chi ha il cuore trasteverino, la Roma è la vita. Il giallorosso, forte e vivace, ma anche il bianconero, incrocio di storie recenti e future come se il copione fosse quello del sequel di un film. La storia del botto di fine agosto vive appesa ad un confine sottile dove i protagonisti hanno più cose in comune di quanto si possa pensare. Cominciamo dalla fine, dalle due magie di Diego che aprono la crisi, irreversibile, di un allenatore e di una famiglia. «Non so se ho ancora l’entusiasmo per guidare la squadra»; e, ancora: «Ho le mie responsabilità, il gruppo non ha sostanza e non combatte in campo...»,

Cominciamo dalla fine, dalle due magie di Diego che aprono la crisi, irreversibile, di un allenatore e di una famiglia. «Non so se ho ancora l’entusiasmo per guidare la squadra»; e, ancora: «Ho le mie responsabilità, il gruppo non ha sostanza e non combatte in campo...», sono le verità di Spalletti dopo il ko bianconero di domenica sera sbattuto in faccia. Tradotto: caos, tifoseria in rivolta e la convinzione delle parti in causa che continuare un rapporto già logoro da tempo non avrebbe più senso. La situazione precipita nella notte della disfatta, i vertici si inseguono, c’è la questione economica da sistemare, ma non solo perché Ranieri, il sostituto scelto dalla proprietà capitolina per restituire sorriso all’ambiente, ha un contenzioso in corso con il suo ex club. La soluzione è servita non appena il legale scelto dall’ex condottiero della chiede ai bianconeri un incontro a tempo di record (le parti si vedranno in queste ore) per stringersi la mano, abbassare le proprie richieste e consentire, così, al proprio assistito di firmare altrove smarcandosi dall’attuale contratto.

Ranieri si libererà nella giornata di oggi, giusto in tempo per imboccare la strada di Villa Pacelli e ascoltare il progetto di una Roma che continua a navigare a vista. La fumata bianca appare come la conseguenza logica per due volontà che si incontrano. Un matrimonio annunciato già quando sull’ex tecnico bianconero si addensavano le nubi più cupe e che deve la sua consacrazione proprio alle invenzioni di quel giocatore, Diego, che Ranieri aveva sognato per la sua e che, adesso, gli restituisce il palcoscenico.

La giostra degli allenatori conosce il primo verdetto. Spalletti saluta la Capitale dopo un’avventura lunga quattro stagioni e due partite e con ancora due anni di contratto. «Se è una questione di soldi ve li lascio sul tavolo...», raccontò il tecnico toscano prima della fine dello scorso capionato sotto il tiro incrociato della piazza. Oggi, nel momento dei saluti, la questione economica sarà la variante decisiva perché la Roma non può permettersi di versare 2 milioni di euro netti (il doppio per il club considerate le tasse) ad un dipendente per tenerlo ai box.

La soluzione più indolore per i protagonisti è quella che parla di una buonauscita che il club di Trigoria concorderà con un allenatore ormai in rotta di collisione anche con il gruppo, su tutti. Secondo Radio mercato il tecnico di Certaldo acconsentirebbe al passo d’addio perché sulle sue tracce ci sarebbero i russi dello Zenit San Pietroburgo, pronti a ricoprirlo d’oro tanto da non far pesare a Spalletti la rinuncia ad una parte dello stipendio.

La Roma volta pagina e lo fa scegliendo l’allenatore che meglio conosce gli umori della à giallorossa. Ranieri si libererà dalla con un accordo veloce e sereno (il tecnico romano aveva ancora un anno di contratto con i bianconeri), la stessa che, grazie ai colpi alla brasiliana, ne ha affrettato il rientro nel grande calcio. «Non mi seguono più...», ripeteva Spalletti ad ogni contatto con taccuini e microfoni, lamentando un mercato bloccato anche per gli affari a costo zero come Cruz, attaccante inseguito dall’allenatore e finito a corte Lotito a parametro zero. A Ranieri il compito di risollevare classifica e morale.