Incontro a sorpresa Alemanno-Angelini

24/09/2009 alle 09:38.

GASPORT (CATAPANO) - Non è un grande tifoso Gianni Alemanno, per sua stes­sa ammissione, eppure si sta adoperando per garantire alla Roma un futuro migliore. L’im­pegno è duplice: metterla nelle condizioni di avere uno stadio tutto suo e, per quanto gli è pos­sibile, spendersi perché abbia presto una proprietà più solida di quella attuale. In questo qua­dro, potrebbe aver già siglato un patto con la Sensi: la aiuta con lo stadio, a patto che lei al momento giusto si faccia da parte.

Il piano Per questo ieri pomerig­gio, solo poche ore dopo che la Roma aveva fissato alle 11 del 29 settembre la conferenza di lancio dell’operazione-stadio (cui il sindaco ovviamente par­teciperà), Alemanno ha ricevu­to Francesco Angelini, che del­la Roma al momento è l’unico realmente interessato a rileva­re il pacchetto azionario. Un in­contro chiesto dall’imprendito­re farmaceutico, ancora «vergi­ne » di sponsor istituzionali, fondamentali se vuole portare a termine l’operazione che ha in mente. Angelini ha illustrato al sindaco il suo «piano di salva­taggio », preparato in questi me­si e già sottoposto all’attenzio­ne di UniCredit, riscuotendo il suo interesse. È ancora presto per dire se Alemanno divente­rà un suo sponsor, certo il pri­mo cittadino non vuole restare indifferente di fronte ad una proposta seria e strutturata che garantisca alla Roma più com­petitività.



Il sogno La mossa di Angelini, intanto, ha rubato la scena allo stadio della Sensi, proprio nel giorno in cui è stato pomposa­mente annunciato. Di questo impianto si conosce ora qual­che dettaglio in più: dovrebbe sorgere in un’area di 130 ettari alla Massimina (tra Aurelia e Boccea) di proprietà di Sergio Scarpellini e dovrebbe contene­re, almeno da progetto, un cen­tro commerciale, una struttura ricettivo-alberghiera e circa 3.000 unità abitative. 300 mi­lioni il costo minimo dell’opera­zione, non meno di tre anni la durata. La Sensi non ha previ­sto di partecipare all’investi­mento: conta di trovare i finan­ziamenti necessari tra i costrut­tori, interessati alle speculazio­ni commerciali ed edilizie, e spera di ottenere dei ricavi dal­la vendita ventennale di box e palchetti. Nelle sue intenzioni, e secondo il business model che le ha fornito l’Img, la vendita (dei palchi dell’Olimpico?) do­vrebbe scattare immediata­mente, e quindi l’incasso, che poi verrebbe girato a UniCredit a parziale copertura del debito Italpetroli. Giusto due riflessio­ni: la banca, che proprio ieri ha ribadito di aver ottenuto il de­creto ingiuntivo sui beni Italpe­troli e voler proseguire con il pi­gnoramento, di questa storia non sa nulla e del resto lo sta­dio non è nemmeno all’ordine del giorno del prossimo Cda giallorosso, previsto lunedì. E poi, cosa ne pensa il Coni, pro­prietario dell’Olimpico dove la Roma giocherà per almeno al­tri tre anni, del piano Img?