IL MESSAGGERO (R. RENGA) - I romanisti, come le stagioni, non sono più quelli di una volta. Non migliori, non peggiori, semplicemente diversi. Prima, sbagliando per eccesso, si diceva: la Roma non si discute, si ama. Ora sbagliando per difetto, si die: la Roma si discute. Non si fa altro. In assenza di passioni, sogni e slanci politici, si costituiscono partiti del tifo, correnti e sottocorrenti: si litiga, appunto, per partito preso; non si guarda più alla realtà, si idealizzano i fantasmi. E così nasce e prende sempre più piede il popolo degli spallettiani, che hanno individuato nell'ex allenatore..