ROSELLA SENSI «Pronti a vendere a chi ama la Roma» (TUTTA LA CONVERSAZIONE)

11/08/2009 alle 10:02.

CORSPORT - Sole pallido. Bagnanti con infradito. Sguardi incuriositi. Albergo di famiglia, filtri all’ingresso con tanto di lista, altri filtri, dipendenti della Roma, body guard, occhiali da sole che ci stanno sempre bene, pure all’ombra, fanno tanto film ame­ricano, magari si pensa possano mettere an­che in soggezione.

Questo è il dettagliato re­soconto di due ore di conversazione in cui c’è stato anche qualche momento di tensio­ne. Ma pure questo certo non è un problema.

Dottoressa Sensi, perché dopo un pro­lungato silenzio, ha deciso per questo incontro?

«Per fare chiarezza su un momento di apparente difficoltà della Roma. Ci è sta­ta chiesta chiarezza, eccomi qua, parla­te male della società, ma lasciate serena la squadra che è attesa da una stagione importante. Faccio il mea culpa riguar­do alla comunicazione, in passato sareb­be stato meglio parlare di più».

Ha da comunicarci l’annuncio di un nuovo acquisto?

« No, ma spero di poterlo fare quanto prima».

Da Presidente, quali rimproveri sente di doversi fare?

«Il Presidente per me rimane sempre papà. Io ho la capacità di ascoltare, sono ipercritica, accetto le critiche, non gli in­sulti, per il resto credo non ci sia molto da rimproverare a questa Roma».

Eppure negli ultimi tempi tra vicende societarie e di mercato, qualche proble­ma ci sembra ci sia stato.

«Tutto stiamo facendo meno che sman­tellare questa Roma. non sarà mai venduto, lo garantisco, per lui ab­biamo rifiutato una grandissima offerta


(Chelsea, ndi) » .

Per Aquilani no. Eppure qualche setti­mana fa era stato garantito il contrario, parlando di un progetto giovani per il futuro. A proposito c’è ancora un pro­getto?

«Certamente».

Qual è?

« Lo stadio, i giovani, l’autofinanzia­mento ».

Dello stadio si parla da sempre, in par­ticolare da qualche mese, c’erano sca­denze che non sono state rispettate, a che punto siamo?

«E’ stata individuata e scelta l’area, il progetto sarà presentato il prima possi­bile, mancano solo alcuni dettagli, siamo quasi pronti, abbiamo voluto fare le co­se con oculatezza perché sarà lo e dei suoi tifosi».


L’area dove sorgerà è di proprietà del­la famiglia Sensi?

« No » .

Parliamo delle vicende societarie?

«So di aver peccato nel parlare poco, l’abbiamo fatto attraverso i comunicati. Dirò quello che posso, non dimenticate che ci sono indagini in corso e certe co­se non le posso comunicare. Garantisco che quando sarà possibile, faremo una conferenza stampa per spiegare tutto».

Allora cominciamo dall’ultima voce, quella relativa al magnate russo Pro­khorov che peraltro proprio stamattina (ieri mattina, ndi) ha smentito l’interes­samento per la Roma.

«Appunto. Avessi smentito io, non mi avreste creduto. Di questa cosa non so niente e penso anche che se Unicredit lo avesse saputo qualcosa ci avrebbe det­to ».

Passiamo alla vicenda George Soros dello scorso anno.

«Ci sono stati dei comunicati, aggiun­go solo che recentemente c’è stata una dichiarazione dello stesso Soros che ha detto di non essere mai stato interessato alla Roma».

Eppure nei vostri comunicati si è par­lato di contatti con la Inner Circle.

«Trattare con la Inner Circle è una co­sa, con Soros è un’altra. Io non ho mai incontrato il magnate americano, perso­na tra l’altro che stimo molto».

Si parlò all’epoca anche dell’arrivo di un’offerta da parte di un arabo?

«Non c’è mai stata un’offerta da parte di un imprenditore arabo».

Non ha mai incontrato neppure Vini­cio Fioranelli?

« Sono state ascoltate le persone che avevano manifestato un interesse per la Roma. Per tutto il resto c’è la lettera del 5 maggio scorso, firmata da tutta la fami­glia, che spiega molte cose. Ora non pos­so parlare di offerte perché, ripeto, ci so­no delle indagini in corso».

In uno degli ultimi comunicati si è parlato di inutili sforzi a chiudere la trattativa. Cosa è mancato?

« Alla definizione mancavano alcuni aspetti che i nostri advisor hanno valuta­to decisivi ritenendo che non ci fossero le condizioni e le verifiche per chiude­re » .

Quando parla di verifiche dobbiamo pensare solo all’aspetto economico o, per esempio, alla provenienza di certi soldi?

« Le verifiche di un advisor sono solo di natura economica»

In questi ultimi due anni, la Roma è mai stata vicina a passare di mano?

«Mai stati vicini alla cessione. Non c’è nessuna novità. In questa vicenda siamo affiancati da Mediobanca e da uno studio legale internazionale, Lovells, ma in ogni caso sul presente e sul futuro della Roma decide solo la famiglia Sensi».

Si è parlato della possibilità di nomi­nare un commissario.

«Il commissario è uno dei punti di cui stiamo discutendo con la Banca».

Immaginiamo Unicredit. Come sono i rapporti con l’Istituto presieduto dal dottor Profumo?

«Si parla, si dialoga, c’è qualche pro­blema, non è tutto gioioso».

La Roma è in vendita?

« La Roma non è ostaggio della fami­glia Sensi, semmai se ne è giovata, non va dimenticato quello che ha fatto mio padre, non abbiamo fatto così male, tut­ti noi ci teniamo alla Roma, vogliamo il bene di questa società, la Roma non è le­gata ai debiti di Italpetroli. Fino alla quo­tazione in Borsa, e ci tengo a dire che la Roma è uscita dalla black list, papà ha trasferito soldi, non li ha presi, la mia fa­miglia ha investito tanto in soldi e salu­te, papà si è ammalato per la Roma. Sia­mo pronti ad ascoltare offerte che abbia­no due requisiti: economico e d’amore nei confronti di questi colori. A queste condizioni siamo pronti a parlarne, evi­dentemente finora non c’è stato».

E se non ci fosse nessuno?

«Andremmo avanti con l’autofinanzia­mento puntando a fare il bene della Ro­ma. Per il resto chiedo rispetto, sono stu­fa di persone che parlano senza mai averlo fatto con noi».

A proposito di persone, erano state an­nunciate querele, a cominciare da mi­ster Tacopina. Sono state fatte?

«No, ma siamo ancora in tempo a farle e le faremo, sono nell’ordine delle cose».

C’è chi la accusa di non fare la voce grossa come faceva suo padre per difen­dere la Roma, perché ora lei è amica dei nemici storici di suo padre.

«Ho sempre dato ragione a mio padre, anche se in qualche occasione non ero d’accordo, discutevo della sua istintività, anche in me certe volte c’era la voglia di urlare, ma non posso fare solo la tifosa. Con Galliani i rapporti sono cambiati ne­gli ultimi anni, ha mostrato sempre gran­de rispetto nei confronti della Roma, una volta ci ha anche avvertiti che ci stava­no rubando un giocatore. Io ricordo tut­to, anche le litigate di papà con Galliani, ma con il passare del tempo i rapporti possono cambiare, si può mutare idea che credo sia dimostrazione di intelli­genza, negli ultimi tempi anche papà aveva buoni rapporti con il dirigente del Milan».

In questi ultimi tempi la politica è più vicina o più lontana dalla Roma?

« La Roma è una società importante, inevitabile che susciti l’interesse dei po­litici, mi sono incontrata con il dottor Letta perché è un amico di famiglia da tanto tempo, il sindaco Alemanno è mol­to presente nelle cose della Roma e del­la Lazio».

Si possono sapere i contenuti dell’in­contro con il dottor Letta?

« Ripeto, è un amico di famiglia, ho chiesto pareri e consigli sulla Roma».

Due mesi fa era stato detto che non sa­rebbero stati ceduti i gioielli di famiglia, ,
, Aquilani.
Perché uno è stato venduto?

«Per esigenze di bilancio».

La cessione di Aquilani ha indebolito la squadra?

« Alberto è un grande giocatore, ma non credo che la Roma si sia indebolita, nè impoverita, è stata una cessione dolo­rosa, è andato a giocare in un grandissi­mo club».

Basta per poter immaginare anche un mercato in entrata?

«Non escludo altre cessioni che defini­rei strategiche perché sarebbero fatte per migliorare la squadra nel suo com­plesso. In ogni caso non va dimenticato che è arrivato un ragazzo di prospettive come Guberti, è stato riscattato Motta, è tornato Cerci, resto convinta che ci sia­no le basi per una Roma importante in futuro».

Spalletti aveva chiesto chiarezza, ne­gli ultimi giorni ha manifestato un cer­to disappunto su certe questioni. Ha più parlato con l’allenatore?

«Non lo teniamo certo incatenato. Il se­sto posto ottenuto nel passato campiona­to non ha un capro espiatorio, semmai le colpe sono di tutti. Quello che so è che Spalletti ama la Roma, noi vogliamo lui e spero ci possano essere le condizioni per un prolungamento del suo contrat­to ».

La Lazio ha vinto la Supercoppa, il presidente della Roma cosa dice?

«Faccio i complimenti a Lotito che ha idee apprezzabili ma non compatibili con la Roma. Da tifosa certo qualche reazio­ne la vittoria della Lazio me la suscita, a cominciare da una voglia di rivalsa».

C’è chi la accusa di prendere uno sti­pendio alto dalla Roma.

«Non è il più alto, sono il manager ope­rativo di questa società e non è che ci magno con questi soldi, giusto per dirlo alla romana».

Si è pentita di non aver comprato Za­rate?

«Ho sbagliato a non prenderlo, ma se tornassi indietro non lo prenderei lo stesso, i tifosi volevano grandi nomi, non investimenti».

Il contratto di quando sarà uffi­cializzato?

«Nel contratto di Francesco c’è anche una ragione sentimentale, è un contrat­to che non è una banalità, è pronto, deve essere solo firmato».

Sarà possibile staccare il concetto di autofinanziamento dai risultati?

«Ci stiamo attrezzando per non essere più legati ai risultati».

Quali sono gli obiettivi della Roma per il prossimo anno?

« Classificarci tra le prime quattro in campionato, cercare di arrivare in fondo in Europa League e coppa Italia, abbia­mo la rosa per riuscirci e non va dimen­ticato che in passato giocatori come Chi­vu e Mancini hanno chiesto loro di esse­re ceduti».

Se si dovesse fallire ancora la qualifi­cazione per la , ci si deve aspettare la cessione di un altro nome importante?

«Noi facciamo ogni sforzo per miglio­rare la Roma, vedremo quello che succe­derà ».

L’affitto di Trigoria a chi viene pagato?

«A una società del gruppo».

E’ vero che la Roma ha oltre novanta cause di lavoro pendenti?

«Falso, ce ne sono soltanto sei».

Una volta ci disse una frase che ci è ri­masta impressa: non dimenticatevi mai che sono figlia di Franco Sensi. Oggi pensa che suo padre qualche rimprove­ro glielo farebbe?

«Mi direbbe che ho parlato troppo po­co ».