LEGGO - Spalletti, i tifosi, il mondo avevano chiesto chiarezza alla Roma sull'avvenire e a suo modo ieri l'ha fatta Daniele Pradè: «Se posso promettere che non partirà nessun big? No, noi possiamo promettere solo grandissimo attaccamento».
Visto che senza soldi in tasca il mercato va chiuso in attivo, un big partirà senza che - stavolta - nessuno non abbia mantenuto le promesse: il nome più a rischio è quello di Vucinic, perché è quello che ha più mercato e perché Spalletti son tre anni che chiede una punta che non ha le sue caratteristiche. Con Vucinic arriverebbero quei milioni che sommati al risparmio sugli ingaggi potrebbero consentire gli "acquistini giusti": magari il trentacinquenne Cruz e un altro esterno. «Spalletti ha chiesto una punta? Vedremo quello che succede». E' quello che stanno aspettando di vedere i tifosi da un anno sul fronte societario.
Ieri dal versante Fioranelli l'ennesimo restringimento di campo: «L'avvocato De Santis non c'entra niente col mio gruppo», ha detto l'agente Fifa. Sempre di meno, e sempre meno (nulle?) le possibilità di una sua acquisizione. Sulla società regnano le banche e ieri Unicredit ha voluto mandare in giro questa nota: «Tutte le decisioni relative al destino di A.S. Roma sono in mano alla famiglia Sensi e le comunicazioni in merito spettano solo alla società Italpetroli. Cè un advisor che sta seguendo la vicende nel migliore dei modi e sta facendo le valutazioni necessarie... L'interesse primario del nostro istituto è la tutela dei propri crediti verso il gruppo Italpetroli. In questa ottica stiamo lavorando, insieme a Mediobanca e alla famiglia Sensi, affinché si arrivi alla soluzione più soddisfacente per tutti, anche per la As Roma». La domanda resta: mo' che fine famo?