
CORSPORT (AGRESTI) - Ultime dalla Juventus: il prescelto è Spalletti Luciano da Certaldo, allenatore della Roma. Cobolli Gigli, presidente e portavoce bianconero, non nega. Anzi, conferma: « In effetti, è uno dei candidati». Laffare singrossa, la storia comincia a farsi imbarazzante. Il triangolo, del resto, è perverso. Come definirlo altrimenti? La rivalità tra i due club è storica, il precedente è addirittura clamoroso: ricordate Capello, fuggito da Roma in una notte dellestate 2004 con destinazione Torino? Certo che lo ricordate: performance indimenticabile.
Gli aspetti più discutibili della faccenda, però, sono altri. In particolare, è amaro il fatto che giorno dopo giorno, ora dopo ora, emergono troppe verità negate, troppe parole spese per comodo proprio, troppi comportamenti che hanno il retrogusto amaro della presa in giro. Chiariamo: qui discutiamo soprattutto latteggiamento tenuto nelle ultime settimane e negli ultimi giorni da Spalletti Luciano da Certaldo, allenatore ( fino a prova contraria) della Roma. Il quale, dopo una stagione molto, ma molto deludente, è riuscito miracolosamente a ribaltare la frittata: devo decidere io se rimanere, resto solo se cè chiarezza. Come se facesse un favore a chissà chi, come se fosse vittima di chissà cosa, anziché uno dei principali colpevoli (assieme alla società e ai calciatori, ovviamente) della disastrosa stagione della Roma. Cioè di una squadra che appena un anno fa ha sfiorato lo scudetto e questanno ha salvato un posto in Europa allultimo tuffo. Correo, insomma, altro che vittima.
Diciamo, dunque, che Spalletti rimane (deve, dovrebbe rimanere) alla Roma perché lo dice un contratto che lui ha liberamente sottoscritto e che scade nel giugno del 2011. E perché lorgoglio dovrebbe obbligarlo a riscattare quel sesto posto che è notevolmente al di sotto del potenziale dei giallorossi, cioè di un gruppo che lui - e nessun altro - ha gestito tecnicamente e condotto vicino alla deriva. Peraltro ci siamo già espressi in proposito: sarebbe luomo giusto, il migliore possibile per rilanciare subito la Roma. Negli ultimi tempi, però, lallenatore ha avuto un atteggiamento che possiamo definire in molti modi: curioso, strano, ondivago, sgradevole. Certo non è stato un comportamento lineare e corretto, come avrebbero richiesto la situazione e il contratto. Anziché chiedere chiarezza, è lui che avrebbe dovuto farla. Attorno a se stesso e al suo futuro. Ho voglia di spaccare il mondo, non vedo lora di ricominciare per dimostrare chi siamo: ecco cosa avrebbe dovuto dire Spalletti, senza se e senza ma.
Ebbene, alla luce delle ultime notizie di mercato (confermate dalla stessa Juventus) la posizione assunta dal tecnico in queste ultime settimane prende un aspetto diverso. Non sembra più, insomma, il comportamento di chi vuole maggiore potere e forza la mano alla società per ottenerlo. Pensando male - perché spesso a pensare male ci si azzecca - viene il sospetto che si sia aperto la strada, che abbia predisposto tutto per laddio. Ha messo in moto la macchina, lha sistemata con il muso diretto verso Nord. Pronta a partire. Tutto coincide, del resto. Anche i tempi: lappuntamento con Rosella Sensi fissato per metà settimana, le dichiarazioni dei dirigenti juventini (prima Blanc poi Cobolli Gigli) secondo i quali la scelta verrà ufficializzata tra cinque giorni, otto al massimo. Se Spalletti riuscirà a liberarsi dalla Roma, la Juventus sarà lì ad aspettarlo.
Luciano Spalletti come Fabio Capello? Be, qualche differenza cè. Per esempio Capello «poteva» andarsene, perché la Roma aveva firmato una carta che gli dava la possibilità per qualche giorno di cambiare squadra a dispetto del contratto. Spalletti, a quanto ne sappiamo, non ha questa opportunità e può soltanto chiedere la separazione oppure cercare lo scontro e il divorzio. Il gioco, insomma, è ancora nelle mani della Roma. Sapranno essere abbastanza forti da non lasciarselo sfuggire?