
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Quattro anni di successi e di cadute impreviste
Quel giorno a Castelrotto, estate 2005, subito il litigio con Cassano, uno dei senatori. Allenatore contro giocatore. Subito. Fascia di (vice) capitano tolta, reazione isterica di Antonio. Si comincia male? No, Spalletti comincia benissimo. Da quel momento, la squadra capisce che andava seguito. Anche per quel gesto. Cera bisogno in quel momento di limpidezza, dei comportamenti giusti. Di normalità. Tanto per ..
Quel giorno a Castelrotto, estate 2005, subito il litigio con Cassano, uno dei senatori. Allenatore contro giocatore. Subito. Fascia di (vice) capitano tolta, reazione isterica di Antonio. Si comincia male? No, Spalletti comincia benissimo. Da quel momento, la squadra capisce che andava seguito. Anche per quel gesto. Cera bisogno in quel momento di limpidezza, dei comportamenti giusti. Di normalità. Tanto per restare in termini lanciati da Spalletti stesso, che come tecnico, come modo di approcciare il lavoro, per il suo carattere in campo e fuori, per i suoi risultati da urlo e da fischi, di normale ha poco. I bravi allenatori non possono essere normali, non saranno mai nella norma. Lui è uno di questi. E mettiamoci pure che ha abolito i ritiri, cosa insolita nel calcio italiano. La sua prima stagione nella Roma comincia maluccio. Cassano ne combina di tutti i colori. A gennaio 2006 viene ceduto al Real, ma la notizia nello spogliatoio viene festeggiata già a dicembre. E la squadra in quel periodo comincia a macinare calcio come vuole Spalletti. Il tecnico inventa il 4-2-3-1. Undici vittorie consecutive, cosa mai vista. Lultima nel derby. E il periodo delle cene, dellintimità di gruppo. Tutti con Spalletti. La squadra si ritrova in Champions League (grazie a calciopoli). Sbanca la Gerland di Lione, incanta per il gioco, per la pulizia tattica e, appunto, di comportamenti. Lavventura si ferma a Manchester, 7-1. Risultato pensante, poco normale. Ma si va avanti. In campionato lInter fa corsa a sè, fino alla passata stagione, quando i giallorossi fino allultimo secondo sono in corsa per il titolo. Catania è lultima speranza, lInter vince a Parma e fine della trasmissione. Quellanno in Champions Spalletti si riferma a Manchester, senza umiliazioni. Ma quella Roma continua a piacere, anche perché prima dellOld Trafford, Totti e soci incantano il Bernabeu.
Lidillio si spezza nella passata estete. Spalletti piace non solo in Italia ma anche allestero. Lo chiama a colloquio il Chelsea e lui un po perde la testa. Non informa nessuno, nega fino allevidenza. I giocatori si arrabbiano, specialmente De Rossi. E la stagione comincia male, malissimo. Rapporti non più limpidi, comportamenti poco giusti, normalità spezzata. Spalletti fatica, sente le pressioni, è nervoso, si isola, si scontra un po con tutti, alla fine pure con la società. Perde serenità, il gruppo ne risente. La squadra non va (perde la Supercoppa a Milano), poi si riprende, poi non si abbatte di nuovo. Mai in lotta per lo scudetto, la Champions finisce agli ottavi con lArsenal. In campionato è sesto posto, Europa League. Spalletti non è uno nella norma. Vince grandi partite e ne perde clamorosamente altre. Di Manchester abbiamo detto, lultimo derby lo ricordiamo ora. Poi, le sconfitte di Siena, contro lInter e la Juve allOlimpico, a Firenze. Potrebbe essere sempre così. Prendere o lasciare. La Roma ha preso.