Roma, i giorni dell’attesa

17/05/2009 alle 18:58.

L’attesa. Quella della famiglia Sensi che, attraver­so i comunicati, vuole vederci chiaro sulla composizione del gruppo svizzero, chiamiamolo così, che ha manifestato in­teresse al pacchetto di maggioranza del club giallorosso, ma soprattutto vuole toccare con mano e con certezza quel­le garanzie bancarie fondamentali per poter eventualmen­te prendere in considerazione l’ipotesi di una cessione.


Quando finiranno tutte queste attese che si intrec­ciano e snervano un po’ tut­ti, a cominciare dai tifosi romanisti? Il primo a sapere do­vrebbe essere il gruppo Fioranelli che, anche ieri ha riba­dito, uffficiosamente, di aver fatto tutto quello che c’era da fare per garantire tutto quello che c’era da garantire, an­che se, è bene sottolinearlo, la famiglia Sensi con il comu­nicato di sabato scorso, aveva ribadito con fermezza come fosse ancora in attesa delle garanzie richieste. Più lunga, inevitabilmente, sarà l’attesa del dottor Angelini che, solo dopo l’eventuale esito negativo dei contatti con la cordata Fioranelli, tornerà a fare i passi che ritiene di dover fare. L’imprenditore farmaceutico sta seguendo con grande at­tenzione quello che sta succedendo intorno alla Roma, ci di­cono che sia rimasto perlomeno stupito dalle cifre trapela­te (intorno ai 280 milioni di euro) sull’offerta svizzera, ri­tenendo il valore del club giallorosso sicuramente inferio­re a quella che era stata l’ultima proposta fatta dagli avvo­ di George Soros (283 milioni) che già all’epoca, peral­tro con una Roma in
e con tutti i contratti televisivi e di sponsorizzazione inevitabilmente più ricchi, riteneva sovrastimata rispetto al reale valore del club.


Il dottor Angelini, che finora non ha fatto nessun passo uf­ficiale, non avrebbe neppure gradito il comunicato post Fioranelli, quello che confermava l’interesse degli svizze­ri, mentre dopo le sue parole pubbliche la replica della fa­miglia Sensi era stata assai meno diplomatica. Negli ultimi giorni non ha avuto contatti né con i Sensi, né con altri im­prenditori, continuando a lavorare al progetto giallorosso. Interrogandosi anche sul ruolo di Unicredit e sulle decisio­ni che vengono adottate dai vertici dell’istituto bancario. In­tanto, in questo clima di incertezza, ieri in tribuna autori­tà non si è visto neppure un politico. Che sia un segnale?