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09/10/2025 alle 13:28.
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LAROMA24.IT (AUGUSTO CIARDI) - Come stanno le altre? Siamo bravissimi ad analizzare e giudicare la Roma pure nei dettagli, spesso superflui, ma è bene studiare i momenti delle avversarie dirette.

La Roma condivide la vetta col Napoli, che ha perso contro il Milan, ma oggettivamente il Napoli sembra appartenere a un'altra dimensione. Napoli che, come Inter, Atalanta e Juventus, lo scorso anno ha chiuso il campionato davanti alla Roma, brava comunque a passare dal medioevo di metà stagione fino a un passo dal paradiso grazie a Ranieri. E la Roma di Gasperini sta facendo il copia incolla del cammino intrapreso lo scorso gennaio. Vittorie di misura, pochi gol subiti, ogni intanto un passo falso. Sulla falsariga del primo semestre 2025 segna poco, anche perché le lacune offensive non sono state colmare dal mercato, che in attesa di Bailey apparentemente ha indebolito il reparto, perché fra gli altri la Roma ha perso Saelemaekers.

E le altre? A inizio campionato c'erano molte ombre sull'Inter. In discussione soprattutto Chivu. Alla vigilia della terza giornata, trasferta in casa della Juventus, i titoli a nove colonne dei quotidiani sportivi nazionali erano sulla precarietà dell'allenatore, che aveva già perso in casa con l'Udinese. A Torino l'Inter gioca bene e perde male, apriti cielo. L'anello debole è il romeno, e come al solito i media cuor di leone gli danno addosso. Accusato di tutto, Chivu tiene la barra dritta e le vince tutte. Nessun gigante abbattuto, ma bottino pieno con Sassuolo, Cagliari, Cremonese, oltre ad Ajax e Slavia Praga. In un mese, le grandi firme cambiano maschera e sfornano grandi banalità. Chivu è il nuovo genio, saggio e coraggioso, aspirante profeta. Voglia di vendere. Le copie in edicola. L'Inter in più della Roma ha una rosa molto più ampia, ha un numero superiore di singoli in grado di fare la differenza. E, a proposito di rosa, ha quattro attaccanti. Ma in fondo pure il Torino ha più attaccanti della Roma. La sensazione è che l'Inter finirebbe alle spalle della Roma soltanto se la sta stagione si rivelasse un flop colossale.

Più abbordabile è la Juventus. Ha tenuto Tudor soltanto perché ha bucato ogni obiettivo fissato, da Conte fino a Gasperini, passando per Genesio. Ha fatto un mercato in funzione della cessione di Vlahovic (prima David e poi Openda sono stati presi dando per scontata la partenza del centravanti) e del ritorno, sfumato, di Kolo Muani. Dopo un avvio promettente, come un anno fa la Juventus ha sposato i pareggi, ha iniziato ad alternare i titolari, soprattutto in attacco. Pagando dazio alla continuità e ai punti di riferimento. Tudor, fra i tecnici delle big, è l'unico che arriva alla seconda sosta col mirino puntato addosso.

Allegri invece si sta mangiando ancora le mani per il rigore sbagliato da Pulisic, e per gli orrori sottoporta di Leao. Il suo Milan ha pagato il biglietto alla prima, perdendo con la Cremonese, poi non si è fermato più. Non ha le coppe, quindi ha più tempo per recuperare fiato e per preparare le partite, come la Roma ha un attacco che non convince, ma più della Roma ha centrocampisti che hanno confidenza con il gol. Curioso che i più grandi detrattori di Allegri, quelli che lo hanno linciato usando gli insulti al posto delle critiche, davanti a un Milan che mostra già una buona identità, rigirano la frittata dicendo che finalmente Allegri si è aggiornato. Volendo avere loro ragione anche davanti a una figura di melma colossale. Praticamente Allegri dovrebbe ringraziarli secondo le loro bislacche teorie, perché convinti di averlo spronato a cambiare. Deliri di onnipotenza. Ipertrofia dell'ego.

Alzi la mano che credeva che dopo sei giornate l'Atalanta di Juric avrebbe avuto al massimo quattro-cinque punti. Ammetto che sto scrivendo con la sinistra. Dopo un paio di partite apatiche, la squadra è ripartita. Nonostante un'infinità di assenti, che piano piano stanno tornando. Non è l'Atalanta di Gasperini (e un giorno mi spiegheranno in cosa le squadre di Gasperini e di Juric si assomigliano) ma la memoria storica esiste. L'Atalanta dà la sensazione che potrà bazzicare il quarto posto, ma non viene vista più come una squadra che travolge chiunque con lo strapotere fisico e con l'intensità di gioco.

La Lazio è fuori dai giochi. Dilaniata dell'immobilismo, guidata da un allenatore che non sembra più in grado di lasciare un'impronta, ha una classifica che è specchio fedele del suo momento storico.

Il Bologna ha i fari bassissimi, ma il progetto offre continuità, la squadra è rodata e sta iniziando a corricchiare. Difficile possa lottare per il quarto posto ma occhio, perché sottovalutare il Bologna per il terzo anno consecutivo sarebbe peccato mortale.

La Fiorentina potrebbe lasciare a piedi Pioli se perdesse in casa del Milan. Il tecnico ci era rimasto male quando in estate Allegri non aveva menzionato la Viola fra le aspiranti a un posto Champions League, e aveva risposto dicendo in conferenza stampa "ci vediamo alla fine del campionato". Difficile.

In the box - @augustociardi75