Excusatio non petita

01/09/2025 alle 21:06.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Nei giorni del condor, la Roma ha fatto la figura dell'allocco. Capita. L'importante è prenderne atto. Nella città in cui ha attecchito la nuova frontiera del tifo per i direttori sportivi, diventa difficile negare che il club si sia incartato sul fronte esterno d'attacco. Badate bene. Chi fa comunicazione, che sia radio, TV, social, siti e live, ha nell'equipaggiamento una bella dose di narcisismo. Il sottoscritto non lo nega neanche per se stesso. Ci piace la nostra voce, ci piacciono le righe che scriviamo, siamo innamorati delle nostre idee.

In questo caso però la necessità di reperire un esterno offensivo non era un capriccio da speaker o da insider. Non era neanche un desiderio dei tifosi vogliosi di andare in aeroporto ad accogliere il nuovo eroe. Era una richiesta specifica dell'allenatore. Che parla pubblicamente, le cose non le manda a dire. È un suo marchio di fabbrica. E Gasperini ha chiesto in più occasioni l'esterno.

Si era fissato con Sancho, ok, ma la Roma ha messo una pietra sull'utopia nei giorni antecedenti Roma-Bologna, datata ventritre agosto. Avendo quindi a disposizione una decina di giorni per trovarne un altro. Li ha spesi per chiedere il prezzo di George, per rimuginare su Echeverri, uno dei tormentoni delle ultime settimane, e per tergiversare su Dominguez. Alla fine della giostra non è arrivato l'esterno ma non solo, la Roma si è incartata anche su quei fronti che avrebbero completato la campagna acquisti e cessioni con operazioni di contorno. Perché a cascata sarebbe stato ceduto Baldanzi al Verona e sarebbe stato ingaggiato Pessina dal Monza. E l'esterno last minute poteva essere Dominguez del Bologna. Saltato tutto.

Come lo scambio fra Dovbyk e Gimenez, che aveva un sapore da disperazione di fine mese. Come è saltato Embolo, ex promessa mezza rotta, che stanco di aspettare le titubanze della Roma ha preferito la periferia francese del Rennes. Baldanzi al Verona, Pessina dal Monza, Dominguez dal Bologna. Il Verona di Zanzi, il Monza di Baldissoni, il Bologna di Fenucci. Mette malinconia pensare che la Roma per cavare un ragno dal buco si sia affidata ai vecchi "amici". Non riuscendo a chiudere neanche una di queste operazioni. Che poi almeno un paio di queste chiamavano in causa Riso. Zanzi, Baldissoni, Fenucci e Riso. A volte ritornano.

La speranza è di avere un giorno una Roma emancipata sul mercato, che batta nuove strade, e che si esauriscano le moda del tifo e dell'odio per i dirigenti. Per evitare mistificazioni delle realtà. Basterebbe analizzare il loro lavoro senza difese o attacchi d'ufficio. Senza fare busti al Pincio o invocare lapidazioni di piazza, tipo l'anno scorso per Ghisolfi, al centro di una shitstorm vomitevole (immaginate ci fosse stato lui, ora, a chiudere il mercato della Roma in questo modo). La Roma ha effettuato buone operazioni, ma negli ultimi quindici giorni ha collezionato flop. Manca l'esterno d'attacco che l'allenatore ha chiesto. Bastarebbe ammetterlo.

In the box - @augustociardi75