Segnali

19/08/2025 alle 10:47.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Il calcio moderno, che predica morigeratezza ma accumula debiti causati dagli stessi che poi lanciano moniti ai tifosi che non avrebbero più neanche il diritto di sognare, dimentica sempre più spesso quei fattori determinanti per le stagioni delle squadre e che non sono catalogabili. Perché non c'entrano nulla con la tattica e tantomeno con le strategie finanziarie. Il calcio moderno non contempla più le conseguenze dei segnali. Sbagliando.

Tenere un calciatore forte è un segnale. Non soltanto alla piazza ma, cosa molto più importante, allo spogliatoio. Stessa cosa vale quando a dispetto dei conti un club corre il rischio di impresa ingaggiando un calciatore di nome, oltre che forte. Situazioni che fungono da acceleratori di stimoli. Segnali chiari, non ambigui, che non vanno interpretati. Da ferragosto non si è parlato d'altro che di Kone. Tifosi, giornalisti, speaker e opinionisti possono dividersi, sempre nel rispetto delle opinioni altrui. Perché non è un povero coglione ignorante chi si dispiace per le cessione di un calciatore forte, e allo stesso tempo non è un ruffiano chi ritiene giusto accettare certe offerte. Ma tifosi, giornalisti, speaker e opinionisti non avranno mai il peso dei calciatori. Dello spogliatoio. La conferma, a fronte di un offerta più o meno congrua di un elemento di peso della squadra, è un segnale di forza. Così come l'arrivo di un calciatore di grido. Perché immaginiamo nello spogliatoio i compagni che si danno di gomito dicendo "questi fanno sul serio", parlando della società. Mentre invece le partenze eccellenti, che sono una manna per il bilancio, così come il mancato arrivo di calciatori di peso e personalità, "svuotano" la cassetta delle motivazioni. Cosa sbagliata, anzi sbagliatissima, ma reale. Rischio concreto.

Quando la Roma vendette Strootman, che purtroppo era chiaro non fosse più il meraviglioso calciatore pre infortunio, fece un'operazione finanziaria mirabile. Ma non calcolò l'effetto sullo spogliatoio. Ne parlò a distanza di anni De Rossi. Quella cessione fu un colpo che lasciò i segni sulla stagione, per ciò che Strootman rappresentava più nello spogliatoio che, ahinoi, in campo. Sbagliato farsi condizionare negativamente perché fa i bagagli un compagno di squadra? Assolutamente sì. Sbagliatissimo. Ma, come dicevamo, il calcio non può non tenere in considerazione i segnali che più o meno volontariamente si lanciano. La Roma che dice no alla cessione di Kone ha lanciato un segnale allo spogliatoio che non va decriptato. Basta? No, ma serve. Poi bisogna continuare a rafforzare la squadra. E questo sarà un altro segnale da non sottovalutare. Non soltanto per soddisfare le richieste di Gasperini o per ottenere voti alti da quotidiani che fanno la griglia di partenza al via del campionato. Ma soprattutto per responsabilizzare la squadra.

In the box - @augustociardi75