
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Alla fine, la Roma non era così indietro nella scelta dell'allenatore. Gasperini sarà pure divisivo, ma quando la Roma trova l'intesa, erano ancora senza guida la Juventus, l'Inter, la Lazio, la Fiorentina e l'Atalanta. Il Milan aveva da poco annunciato Allegri e il Napoli aveva da poco "ripreso" Conte. Poi è facile cambiare maschera a fatti compiuti. Reiterare critiche non costituisce resto.
Lodare a posteriori "perché in fondo vogliamo tutti il bene della Roma" è una scappatoia facilmente raggiungibile. E vissero tutti felici e contenti. Bisognerebbe rimarcare che la Roma, rea di una serie a catena di errori nella prima parte della passata stagione, ha innanzitutto fatto autocritica, e poi ha messo mano ai problemi. Ha sfiorato la Champions League, e ha scelto uno dei migliori allenatori su piazza, Gasperini, che se lo avessero preso la Juventus o il Milan ci sarebbero stati i caroselli delle "grandi" firme della "grande" stampa nazionale. Quella che va tutto bene madama la marchesa quando il capo degli arbitri fa il comizio di fine anno. Quella che dopo gli Europei difese a spada tratta Spalletti e Gravina, l'ineffabile duo che sta facendo rimpiangere Tavecchio e Ventura. La Roma si è rimessa in marcia in campionato, chiuso con decoro e rimpianti, ha preso Gasperini, e ora inizia a mantenere delle promesse e a fare chiarezza. Le ufficializzazioni e il comunicato diffusi in questo afoso weekend tra l'altro smontano le teorie sulla cessione del club. Perché nei mesi scorsi fantasiose ricostruzioni erano state tramutate in news. Tipico. D'altronde prosegue la tradizione: coi Friedkin in sella, è più facile inventare che sapere. Va di moda dire che alcune decisioni siano paracule. Basterebbe dire che le decisioni, se risultano giuste, sono soltanto delle decisioni giuste. Era giusto andare incontro a una gran fetta di tifosi riportando in auge uno degli stemmi storici utilizzati nei decenni dalla Roma. Tra l'altro, la Roma nei mesi scorsi ha aperto un canale di dialogo coi tifosi, ci si è confrontata. Ha abbattuto il muro. E gli è andata incontro. Liquidare quella parte di comunicato definendola ruffiana e paracula è tipico di chi si mette sul piedistallo per insegnare la vita agli altri trattandoli da idioti. Roba da mitomani che fanno i conti col narcisismo patologico. C'è anche la strada che porta al centenario del club.
Quindi certe scelte sono anche di prospettiva. Si rimarca poi che lo stadio si farà. Tanto per ribadire un impegno preso, compresa la volontà di non vendere la società. Insomma, dopo una stagione da labirintite, la Roma ha prima individuato gli errori commessi, e poi ha iniziato ad affrontare i problemi. Sta provando a risolverli, ha imparato ad ascoltare. Si sta finalmente avvicinando al territorio. Roma paracula? Se fai le cose per bene e trovi consenso, stai facendo le cose per bene. Punto. Poi bisognerà valutare i frutti che verranno raccolti lungo questa nuova strada. Ma in fondo, a pensarci bene, se la Roma voleva essere paracula non avrebbe ingaggiato Gasperini. Consapevole di quanto all'inizio questa scelta abbia diviso la piazza.
In the box - @augustociardi75