
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Campioni del mondo di "Che peccato!", vantiamo una bacheca piena di coppe "A testa alta". Impanati e impantanati sempre di più nella mediocrità dialettica che predica di identità e costruzioni a scapito della praticità. La new age del calcio salottiero filosofeggia sulle banalità. "Le squadre devono avere un'identità definita". Come se quarant'anni fa le squadre di Trapattoni non fossero riconoscibili. Come se Capello e Lippi non abbiano lasciato tracce, come se Mourinho e Allegri e Simeone debbano tornare alla prima elementare, apprendendo da chi davanti a una telecamera o in punta di penna insegna il calcio, la vita e svela il futuro. Alla fine conta soltanto e sempre il risultato. È il risultato che svela, presente e futuro.
Guardate che farsa sta andando in scena a Torino. Dalle stelle alle stalle, Thiago Motta ha sedotto e poi è stato abbandonato nell'umido dagli stessi che lo hanno usato come e più di De Zerbi. Juventus eliminata dalla Champions, buttata fuori dalla Coppa Italia e quinta in Serie A. Risultato? Conta il risultato. Vanno a farsi friggere i percorsi, i progetti e le costruzioni, quelle dal basso. Motta il Profeta esonerato con una telefonata, e ora fioccano le ricostruzioni, per gettare ombre sul suo operato. Gli stessi che dopo la vittoria a Lipsia lo incoronavano re, ora lo riempiono di pecette, descrivendolo come distaccato dalla realtà, quasi ottuso, presuntuoso e fuori dal mondo. Auguri a Motta, un allenatore bravo che ha avuto la sventura di essere usato, appunto, da chi elogiando lui altro non voleva screditare il predecessore, Allegri.
Un po' come fu usato De Zerbi quando la solita cricca combatteva una battaglia stupida contro Mourinho. Salvo accannarlo dopo la sconfitta pesante subita dalla Roma di De Rossi. Fanbase che manco porta troppo bene. Che fa danni, perché aumenta a dismisura le aspettative su chi deve ancora dimostrare tanto.
Hasta la rivolucion! Fino a quando fa comodo. Dalla casa madre juventina decidono di fare emergere i nei dell'italo-brasiliano per giustificare il cambio di rotta e scaricare il barile sul tecnico. E i media nazionali spurgano inchiostro, cancellando mesi di narrazione avveniristica. Motta nel cesso, si tira lo sciacquone, e ora il nuovo manifesto è: la Juventus ha bisogno di allenatori pragmatici! Chi si azzardava a dirlo mesi fa, veniva bruciato in piazza come gli eretici. Informazione nazionale double face.
Il vanto del gioco dimenticando il risultato, stesso copione pure in Nazionale. Quella di Spalletti ha giocato bene una manciata di partite inutili, facendo una figura miserrima agli Europei ed essendo stata tenuta in ostaggio dalla Germania a Dortmund. Ma giammai che si muova una critica. Si tiene il punto per quanto maturato nel secondo tempo, quando i tedeschi avevano staccato la spina. Ci si aggrappa a un rigore dubbio negato dal VAR, e già si prepara la sfida a Haaland in un girone ridicolo di qualificazione ai Mondiali, manco fosse la Superlega delle nazionali. In altri Paesi, commissario tecnico e presidente federale sarebbero stati defenestrati dopo la figura indecente della scorsa estate. Qua al massimo si dà la colpa dello sfacelo ai bambini che non giocano più a pallone nei cortili.
La Germania è più forte? E proprio per questo un tempo si sarebbe provato a contenere e ripartire (non useremo la parola contropiede per evitare l'evirazione). Oggi, invece, per opporsi a Musiala e compagni si tentano i passaggetti nella propria area e a ridosso della stessa, zone albergate da belli de mamma esaltati dalla cronache nazionalistiche ruffiane, che urlano al fenomeno per calciatori normali tendenti al buono, figli di una generazione di ragazzi che da quando sono piccoli vengono rincoglioniti dai media e dagli allenatori che scimmiottano gli dei del pallone. I danni del guardiolismo. Tentativi di imitazioni del più grande di tutti, che non è replicabile.
A Roma questa moda va e viene, a seconda delle antipatie. Se c'è Mourinho esonerato si "usa" De Rossi. Ricordate? La squadra è forte, è il portoghese che la svilisce. Risultato? Aspettative eccessive sul giovane allenatore, che meritava di essere accompagnato e che invece è stato, appunto, usato. E se nomini Allegri, c'è chi bussa a Farioli. Legittimo, se non fosse che chi ha gusti moderni, non tollera coloro che la pensano diversamente. Un tempo la parola bollito faceva venire in mente le taverne piemontesi. Oggi è l'espressione più usata da chi, non potendo contare sulla forza delle idee, mette in piedi teatrini mediatici che al massimo possono fare breccia tra gli adolescenti superficiali che bazzicano i social o negli adulti boccaloni che si bevono di tutto, dai vini pieni di solfiti alle cazzate propinate dai media. Quelli che consideravano Ancelotti un vecchio rincoglionito. Imboccati da comunicatori impreparati.
In the box - @augustociardi75