La rivoluzione della rivoluzione: il mea culpa di Ghisolfi

04/02/2025 alle 19:02.
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LAROMA24.IT - Hanno bocciato il mercato estivo della Roma, chi sia stato…beh, si sa. La scelta della canzone non è casuale, basta seguire un po’ di cronaca: la Roma è stata così a lungo ferma sul mercato che in questa piazza particolare, diciamo così, si è arrivati anche a parlare di un concerto serale a due giorni da un match. Il nulla assoluto, più o meno l’effetto prodotto da molti acquisti estivi targati Souloukou-Ghisolfi

In estate erano arrivati Dahl, Sangaré, Le Fée, Soulé, Hermoso, Hummels, Koné, Saud, Ryan, Saelemaekers e Dovbyk. Il primo non ha mai giocato o quasi, non era minimamente considerato: ha salutato, dopo esser stato proposto a destra e a manca. Al suo posto è arrivato Salah-Eddine. Il secondo, a quanto pare, è stato preso per la Primavera. Il terzo è in Inghilterra, è già stato ceduto (nelle speranze e nelle intenzioni del club), dopo un investimento di “soli” 23 milioni di euro e praticamente non lo abbiamo mai visto. Il ruolo da vice Paredes è ora condiviso tra Gourna-Douath e Cristante, quest’ultimo ancora a Trigoria non per volontà della dirigenza giallorossa ma per mancanza di offerte: Enzo di chance praticamente non ne ha quasi mai avute, ma ciò che conta è il risultato, è altrove e sta facendo vedere cose interessanti. Il quarto è stato preso per fior di soldi e soprattutto per fare il titolare nello scacchiere di Daniele De Rossi, allontanato in fretta e furia e in circostanze e modi grotteschi. Fino alle ultime partite era stato malinconicamente in panchina, riserva fissa, con tante squadre che lo volevano e lui che era combattuto perché non sapeva se restare all’ombra di Dybala (e di Saelemaekers, a volte di Baldanzi…) o se andare. Le chance arrivate nelle ultime partite lo hanno convinto a restare. Poi c’è Hermoso, anche lui andato via: arrivato a costo zero a mercato finito dopo aver parlato con De Rossi, ora è parcheggiato al Bayer Leverkusen perché alla ricerca di minuti. E quindi serviva un altro difensore, anche se già te ne serviva uno prima, alle spalle di Mancini, dove al suo posto (o di Hummels se questi non c’era) sono stati utilizzati un po’ tutti, da Celik fino a Zalewski, fino a Cristante. È arrivato Nelsson, il campo ci dirà, ma il vice Mancini è finalmente arrivato, seppur con diversi, troppi, mesi di ritardo.

Finalmente le note positive: Hummels e Koné. Il primo dopo l’horror show targato Juric (e Souloukou-Ghisolfi) ha finalmente ripreso possesso delle chiavi di casa sua, ovvero la titolarità. Mai più senza, ovviamente. Il secondo, probabilmente IL colpo dell’estate, è arrivato grazie a Daniele De Rossi, eredità dell’ex tecnico giallorosso, è stato un investimento benedetto, praticamente perfetto: è il giocatore con il rendimento più alto e continuo da inizio anno. Saud è un capitolo a parte, sicuramente non è un giocatore ritenuto affidabile, visto che non gioca mai. Al posto suo Ghisolfi avrebbe sicuramente potuto prendere un giocatore utile alla causa: così non è stato ed è successo a gennaio, con Rensch. Ryan, è un altro giocatore arrivato in estate che già ha salutato. Strano, veramente strano che una squadra che nel 2024 ha avuto 4 allenatori, ha visto andare via dirigenti importanti (ancora non sostituiti, come il CEO: ve lo ricordate?) veda gente chiedere la cessione. 

Dovbyk, invece, è una delle altre note positive del mercato giallorosso: 12 gol e 2 assist, molte reti decisive ai fini del risultato, il tutto mostrando ampi margini di crescita e tanto materiale sul quale poter lavorare in ottica futura. Con tre allenatori diversi e senza una squadra che giocasse per lui e non su di lui come ultima risorsa è riuscito a segnare 12 gol e a non sfigurare. In una stagione drammatica come quella giallorossa sta riuscendo comunque a lasciare il segno. Saelemaekers, poi, l'altro colpo perfettamente riuscito: in giallorosso sta giocando a livelli che finora non aveva mai toccato, neanche a Bologna, fra gol, duttilità e assist.

Dopo aver speso tanti, tantissimi, soldi in estate, la Roma stessa ha di fatto giudicato negativamente il mercato e quindi l'operato di Ghisolfi. Un po’ tutti ci aspettavamo una sessione invernale più aggressiva ed è successo quasi tutto nelle ultime 24 ore. Dopo il mercato estivo la rosa era gravemente incompleta, il 4 febbraio dopo due sessioni di mercato e tantissimi soldi spesi (o impegnati) all’appello manca ancora un vice Dovbyk: non è accettabile. In caso di fastidi o influenze per l'ucraino, in campionato o nelle fasi finali di una coppa, il titolare della Roma sarebbe Shomurodov. Se ce lo avessero detto ad agosto avremmo riso. R piccola, per carità, abbiamo già dato.

Ricordate la rivoluzione fatta circolare dai Friedkin per alzare fumo e polvere negli occhi dei tifosi inferociti, stuzzicando gli appetiti beceri di un popolo deluso, arrabbiato, ferito, indirizzando il fuoco verso i soliti capri espiatori, i “senatori” (uno di quei due si è rilanciato con gol e cose utili)? Solito populismo applicato al calcio, anche perché se prendete la rosa di quest’anno e quella di maggio scorso risulta evidente come la rivoluzione sia già avvenuta. In panchina, in campo, dietro la scrivania. Non del tutto, quest’ultima.

Una nota di merito, però, la merita Ghisolfi: non ha insistito sui propri errori, ha capito di aver sbagliato, ha trovato soluzioni in uscita per gli acquisti che si sono rivelati sbagliati o inutili (per diversi motivi). Umiltà sì, tempismo no, capacità comunicativa addirittura meno, idee tante, perché i profili arrivati sono interessanti e futuribili, soprattutto Gourna-Douath, potenzialmente un altro colpo stile Koné, per il presente e per il futuro, quando Paredes sarà finalmente (per lui) accontentato con il ritorno in Argentina. Ora sarà il campo a parlare e da quando c'è Ranieri l’unico settore davvero funzionante in casa Roma.

MV