LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Da un lato lo psicodramma collettivo relativo a Dybala. Dall'altro la necessità di accelerare sul calciomercato. La giornata di ieri, vista in chiave giallorossa, ha aumentato le già folli temperature e l'insopportabile tasso di umidità. Dopo il tam tam serpeggiante dallo scorso weekend, è scoppiata la bomba. Perché in Arabia realmente hanno provato (stanno provando) a tentare il campione argentino. Ma poi, fra interpretazioni, malizie, romanzi, spifferi e anche per un'indole autolesionistica spacciata per romantica e caratterizzante, a un certo punto della giornata in molti avevano già tratto le conclusioni: Dybala se ne è andato e la Roma stappa una bottiglia di quelle buone perché non aspettava altro, perché aveva programmato la cessione. Ma una cessione in Arabia, qualora si fosse certificata (o si certificasse), non si può programmare. Semmai si può sperare, o al limite immaginare.
Perché le offerte da quel quadrante del mondo calcistico non hanno preavviso, e i club sono sempre gli ultimi a essere informati. In questo caso, alla Roma non è manco stata recapitata. La Roma a ieri sera non ha mai ricevuto offerte per il cartellino di Dybala. E il calciatore non ha neanche mai avuto questa voglia irrefrenabile di raggiungere i vecchi campioni che hanno preso la residenza in quel campionato di plastica. Tanto rumore per nulla? Qualcosa ha smosso l'aria, ma non al punto di fare urlare al tornado. La Roma ha preso Soulé per farlo giocare con Dybala e per lasciargli, in futuro, l'eredità. Non ha speso quasi 30 milioni per liberarsi del suo connazionale già nel 2024. Ma è anche normale che in molti si siano allarmati dopo l'esclusione iniziale dall'amichevole di Liverpool e dopo le parole nel post gara di De Rossi, quando l'allenatore ha semplicemente ribadito il concetto più antico del mondo del pallone, "qua resta solo chi ci crede, non tratteniamo con la forza nessuno". Dybala ci crede. Alcuni, invece, più che credere che se ne andasse, lo hanno sperato. Insiemi e sottinsiemi: c'è chi lo ha sperato per una questione pratica, tipo "Dybala spesso è out per infortuni quindi meglio incassare per poi investire" e c'è chi lo ha sperato affinché si agitassero le acque nella settimana che culmina con la prima di campionato.
Mentre si consumava l'ennesima puntata degli spinoff romanisti, legati a suggestioni, disfattismo e tragicomicità, proseguiva il percorso sul binario che conta, quello da percorrere a ritmo sostenuto, perché ci sono ancora delle lacune da colmare in ruoli chiave. Perché la Roma per competere per il quarto posto deve fare un ulteriore salto di qualità. Tra oggi e domani scorreranno i titoli di coda sulla trattativa Assignon. L'ultima parola spetta alla Roma, perché pronunciando la penultima parola il Rennes ha dettato definitivamente le condizioni necessarie per chiudere l'operazione. Preso il terzino, mancheranno un esterno sinistro d'attacco, un centrocampista dinamico ed eventualmente un difensore centrale, il cui arrivo è legato alla partenza di uno fra Smalling e Kumbulla. A proposito di cessioni, Ghisolfi torna nel mirino dei criticoni perché fatica a vendere i super campioni ai margini del progetto. Caspita oh, sta qui da due mesi e ancora non ha venduto i fuoriclasse Karsdorp, Kumbulla, Zalewski e Shomurodov. E ancora non ha portato in cassa cifre da capogiro vendendo Abraham e Bove. Aridatece Pinto. O Fienga. O Monchi. Stavamo così bene quando si stava peggio.
In the box - @augustociardi75