Non era la Lazio

24/05/2024 alle 15:54.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Raramente la vittoria di una rivale italiana ha scosso così tanto la piazza romanista come il trionfo dell'Atalanta in Europa League. Anzi, l'Atalanta di Gasperini. Necessario aggiungere il nome dell'allenatore, perché nell'ottica del tifoso c'è il sacrosanto diritto di potere indirizzare i sentimenti a seconda dello stato d'animo. Bergamo+Atalanta+Gasperini+più la squadra rivale nella corsa alla Champions League, ha fatto spegnere la luce nel cervello. Anche perché i bergamaschi, non avendo contro Antony Taylor ma "soltanto" una squadra rivale, hanno vinto ciò che alla Roma è stato vergognosamente sottratto a causa di un arbitraggio da codice penale.

Insomma, l'amarezza, la rabbia, il fastidio e il nervosismo che nelle ultime quaranta ore hanno attanagliato gran parte dei tifosi della Roma è la conseguenza di un anno, da maggio a maggio, carico di eventi sfavorevoli. Una reazione simile l'avrebbe suscitata una vittoria della Lazio.

Poi c'è la reazione dei mass media. Atalanta giustamente al centro del mondo perché l'impresa è epica, eroica, indimenticabile, forse irripetibile. Giustamente celebrata. C'è persino chi ha annotato quanti e quali club non abbiano pubblicamente fatto i complimenti ai vincitori. C'è chi ripete a pappagallo quanto guadagnano Djimsiti e Carnesecchi, chi snocciola tutti i piazzamenti atalantini da quando c'è Gasperini in panca, e chi in trance mistica erige altarini mediatici usando sempre le stesse parole: proposta, atteggiamento, aggressione e riaggressione, visione e costruzione.

L'Italia del pallone si aggrappa all'Atalanta. E fa pure bene, considerando ciò che accade tra Lega e Federcalcio, considerando il modo patetico in cui è stato gestito il finale di stagione, che potrebbe decidere l'eventuale sesto posto in Champions League attraverso una partita che si giocherà oltre la trentottesima giornata. I mass media nazionali, sempre più banali, fanno le feste alla bergamasca, sia mai fare inchieste sull'affaire Inter. Anzi, fino a una settimana fa, Zhang era saldamente in sella. Va tutto bene madama la marchesa. Meglio parlare dell'Atalanta.

A Roma poi, l'argomento apre dibattiti. Tornando a bomba, i tifosi hanno reagito da tifosi. Gli "addetti ai lavori" scremate le antipatie personali, ragionano se sia il caso per la Roma di provare a copiare l'ennesimo modello. In principio fu il Barcellona, un'ambizione purtroppo cullata con le persone sbagliate. Poi anno dopo anno si è guardato a Dortmund, a Madrid sponda Atletico, fino a Salisburgo, che tanto piaceva a Tiago Pinto. E tanti auguri al Bournemouth. Ora il modello giusto è quello di Zingonia. Come al solito usiamo parole vuote. L'Atalanta non è un modello. Perché almeno in Italia non si può riprodurre. E ciò che non si può riprodurre non può essere un modello. Continuiamo a parlare dei progetti. Ma i progetti non si annunciano, si sviluppano, altrimenti si farà la fine della precedente gestione, campione del mondo nella disciplina della propaganda di progetti mai decollato del tutto, narrazione conclusa quando il presidente ha lasciato la Roma in braghe di tela. Diciamo che serve un tecnico che rimanga in panchina almeno otto anni, come Gasperini. Ma non pensiamo che se gli esempi sono sempre gli stessi, Gasperini, Ferguson, Wenger e Roux, significa che più che regola rappresentano eccezioni. E soprattutto vogliamo allenatori a vita ma siamo i primi a disintegrare gli allenatori in sella alla squadra, perché ci stanno sul cazzo. Il che porta i giudizi oltre i risultati.

Alla parola Mourinho, c'è gente che va in loop. Dimenticate la Conference e il furto di Budapest, conta poco persino il pessimo mezzo campionato attuale. Mourinho? Quello che ha bocciato Calafiori. Così, di botto. Senza senzo. Per dire che il prossimo rischia di essere De Rossi. Perché mentre i presunti talent, on air, live sul web, in tv o in punta di penna, indicano Bergamo sulla mappa manco fosse l'Eden, nascondono il dato più importante. A Dublino l'unico titolare dell'Atalanta già tesserato prima del 2020 era Djimsiti. Mentre nella Roma tipo di quest'anno contiamo Mancini, Smalling, Karsdorp, Cristante, Pellegrini, Spinazzola ed El Shaarawy. Gente che in giallorosso stanzia da una vita. È così complicato capirlo?

In the box - @augustociardi75