LR24 (AUGUSTO CIARDI) - De Rossi fuori categoria. Come quando giocava. Nessun allenatore subentrato nella Roma ha fatto in passato meglio di lui in due mesi. Neanche Ranieri nella stagione della rincorsa folle sull'Inter terminata in modo folle, assurdo. Quindi dare voti a De Rossi è superfluo, ma un 8,5 pieno se lo merita tutto. Tendiamo a darci un tono quando affermiamo una serie di verità: ha cambiato i connotati alla squadra, ha rigenerato il motore di una macchina in panne, sta sfruttando ogni centimetro delle potenzialità offensive della squadra, propone un gioco piacevole e redditizio. Ma alla fine contano solo i risultati. E in pochi potevano immaginare che il suo impatto portasse risultati così positivi. Non gli si può chiedere la perfezione, quindi neanche lui riesce a registrare al meglio la fase difensiva, ma il problema in questo caso è di fondo, perché la Roma ha difetti strutturali che potranno essere cancellati in estate, grazie al calciomercato. Divertiamoci a fare le pagelle dei calciatori considerando i primi due mesi di De Rossi.
Rui Patricio 5. Era nell'aria la sua retrocessione, l'età ha inciso, ancora di più il rendimento del suo ex vice.
Svilar 7,5. Parte in panchina, poi approfitta delle incertezze del collega portoghese. Pronto, bravo coi piedi, sempre più consapevole dei suoi mezzi, para rigori. Fortunato? No. Perché se avesse preso gol sulle deviazioni dei compagni di reparto contro Brighton e Sassuolo, la Roma avrebbe avuto una sfiga clamorosa.
Karsdorp 5,5. Fa semplicemente Karsdorp. È così da sette anni. De Rossi parte da lui, poi dà spazio agli altri terzini quando l'olandese si fa male. Torna col Sassuolo e ricomincia a fare sempre ciò che è. Karsdorp.
Celik 5,5. Meglio del titolare in fase di spinta. Forse a volte peggio quando deve difendere. Ma a differenza dei colleghi di fascia, pare avere margini di miglioramento nel gioco di De Rossi. C'è qualcosa di inesplorato.
Kristensen. 5,5. Mestierante, qualche sprazzo in fase di spinta, tante lacune quando la palla ce l'hanno gli avversari. Non bisogna dimenticare che giocava nel Leeds che sarebbe retrocesso.
Mancini 7. Leader, onnipresente, gioca pure dolorante, centrale a 4, braccetto a 3, partecipa alla manovra. Assurdo che vada in Nazionale soltanto per sostituire Acerbi.
Llorente 6,5. Un gol preziosissimo a Firenze e poi, come sempre, come anche prima di De Rossi, se è disponibile, dà sempre tutto, titolare borderline di qualità.
Ndicka 6,5. Conosce De Rossi con una ventina di giorni di ritardo, giusto il tempo di vincere la Coppa d'Africa, e si fa subito apprezzare. Se la Roma gioca a 4 e stanno tutti bene, il compagno di Mancini è lui.
Huijsen 6,5. Qualche peccato di gioventù ma tanto tanto talento. Riuscirà la Roma a plasmarlo anche l'anno prossimo? A Torino non danno per scontato che rientrerà con certezza alla Juventus. La Roma può provarci.
Smalling SV. Brutto dirlo per uno forte come lui, ma è un peccato che il contratto non sia in scadenza.
Spinazzola 6,5. Va centellinato. Nei momenti di forma è tornato ad azzeccare i cross, anche perché ora quando calcia il pallone ha più soluzioni grazie alla manovra offensiva rigenerata.
Angeliño 6. Qualità nei piedi, quasi sempre titolare in campionato, limiti difensivi causati dalla struttura fisica.
Cristante 7. Evergreen. Da Di Francesco a Ranieri, da Fonseca a Mourinho a De Rossi. Per non parlare dei commissari tecnici. Mezzala come a inizio stagione, quando, prima delle emergenze, era il migliore per rendimento.
Paredes 7,5. Primo input di De Rossi: attraverso i piedi del campione del mondo deve passare il più alto numero di palloni. Che poi con movimenti dei compagni aumentati a dismisura, lo hanno portato a essere finalmente il cervello della squadra.
Pellegrini 8. Come nel 2021-22, forse pure meglio. Gol e rifiniture. Costanza di rendimento e salute fisica. Fino a due mesi fa sembrava un trentacinquenne che faticava a trascinarsi per il campo. Dopo Roma-Sassuolo ha dato la sua spiegazione.
Bove 5,5. Il più penalizzato. Per ora. L'importante è che capisca che si tratta di una fase di crescita. E che non si faccia influenzare dai tromboni, che a gennaio lo consideravano Tardelli, e oggi lo sbolognerebbero al primo club che passa.
Aouar 5,5. Tempi di inserimento certificati. Vice Pellegrini, vice El Shaarawy, vice Dybala. Fatica ancora troppo a trovare il suo perché quando gioca dall'inizio.
Zalewsky 5,5. Di incoraggiamento. Mai più esterno sinistro da quando c'è De Rossi. Uno dei più penalizzati. Ma che gioia quel rigore contro il Feyenoord.
Renato Sanches SV. Per rispetto di un atleta professionista che vive una frustrazione del genere, gli si può solo augurare che torni a stare bene.
Dybala 7,5. Gol in continuazione, minutaggio elevato. Bandiera bianca soltanto nell'ultima di campionato. La Roma che si sta emancipando, che sta imparando a fare a meno pure dei big, ha ancora tanto bisogno di lui.
El Shaarawy 7. Subito promosso titolare dal suo vecchio compagno di squadra, ha ripagato ampiamente la fiducia. Supersonico nelle prime uscite. Un po' appannato nelle ultime partite.
Lukaku 6,5. Ce serve o non ce serve? Si chiede più di qualcuno. Uno così, serve sempre, pure se fa i conti con qualche partita in cui rende meno.
Azmoun 6. Tipico calciatore che può essere croce e delizia. Quando è delizia, è una primizia. Decisivo a Frosinone.
Baldanzi 6. Sta studiando da grande, e uno col suo fisico sa che dovrà sgomitare più degli altri per non farsi soffocare. Il ragazzo lo ha capito. È il vice Dybala.
In the box - @augustociardi75