120 giorni per decidere. Tra l'Arabia e la rabbia

17/10/2023 alle 10:23.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Il segreto di pulcinella. L'offerta araba per Jose Mourinho. Ne parlammo la scorsa primavera, mentre molti erano convinti che stesse per rinnovare, ipotesi a oggi mai presa in considerazione, perché a oggi la proprietà non ha mai pensato di avviare un discorso in quest'ottica. Lo stesso Mourinho non aveva mai messo l'argomento rinnovo fra la priorità all'ordine del giorno. A Roma sta benissimo e ci sta bene pure da allenatore, e fino allo scorso tardo inverno aspettava semmai colloqui e programmi da confrontare. Un anno fa, in questi giorni, venivamo a sapere che avrebbe voluto iniziare a parlare della stagione successiva. Ossia quella attuale. Non perché fosse a caccia di nuovi anni di contratto e quindi di nuovi soldi da incassare, come banalmente si immaginava. Perché se in cima alla sua lista di priorità ci fossero i soldi, a questo punto della carriera, starebbe in Arabia Saudita da quattro mesi, forte di un accordo biennale da una novantina di milioni di euro complessivi.

Ora siamo nella stessa situazione di un anno fa, ma stavolta il contratto è in scadenza. Mourinho vuole decidere il suo futuro in inverno, entro i primi due mesi del 2024. Non è un capriccio, i top manager sono soliti fare così, laddove gli è possibile scegliere. Facciamo il punto della situazione. Al momento non c'è alcun segnale dalla Roma. Zero. Legittimo da parte del club. Legittimo pure da parte del tecnico interpretare i silenzi, capire che a oggi, per il futuro, non sembra esserci spazio per lui nella Roma. Per volontà di Dan Friedkin.

Mentre per Jose Mourinho ancora oggi esisterebbero i margini temporali per approfondire il tema. Di conseguenza, questo inverno ragionerà sulla sua prossima destinazione. Soluzioni alternative alla Roma? Se volesse, anche oggi potrebbe firmare per gli arabi. Addirittura potendo scegliere quale squadra prendere fra le quattro nell'orbita del fondo sovrano. A cifre da uscire di testa. Almeno un biennale, per un incasso da almeno 80 milioni di euro complessivo. Ma prima di votarsi alla nuova realtà, starà in finestra, per capire se le storiche big europee e le società in ascesa siano interessate al suo ingaggio, dovendo avere però le idee chiare nel prossimo quadrimestre.

Il cambia allenatore, ma c'è Xabi Alonso, per ora c'è in pole position. L'Atletico ha bisogno di tempo per capire se stia arrivando il momento di separarsi da Simeone. Lo stesso tempo di cui ha bisogno il Paris Saint-Germain, che oltretutto è al primo anno con Luis Enrique, e a inizio 2024 non potrà mai già avere deciso se liquidare o meno lo spagnolo. In Premier League c'è il Newcastle, ma vale lo stesso discorso fatto per Atletico e PSG. Perché Howe non sta andando male nel club inglese con la proprietà saudita, che però da quando si è insediata ha iniziato a pensare al portoghese.

Il tempo è la parola chiave. Ci sono club che devono arrivare a ridosso della fine della stagione per sciogliere i nodi sugli attuali allenatori sotto contratto. E c'è Mourinho. Preso atto che il presidente della Roma non ha mai pensato di convocarlo per intavolare un conforto di prospettiva, una volta cestinato il calendario del 2023 farà chiarezza sul suo futuro. È in scadenza. Può farlo. Meno di quattro mesi per evitare attese che non intende più vivere. Tempo utile alla Roma, se intendesse riallacciare il discorso. Tempo forse non sufficiente a molti top club europei per le valutazioni interne. Tempo neanche necessario agli arabi, perché loro non aspettano altro che il sì di Mourinho. C'è l'Arabia. E inizia a esserci la rabbia di chi pensava che la storia con la Roma si potesse rinnovare dopo tre anni.

In the box - Augusto Ciardi