LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Morata piace, fa parte della categoria dei calciatori di caratura internazionale. Quelli che oltre alle doti tecniche portano con sé una mentalità di livello pro, superiore alla media. Piace ma è naturalmente complicato condurre in porto una trattativa. Complicato ma non impossibile. Perché partendo dalle teorie romanocentriche, viene automatico pensare che le manovre di rinnovo siano finalizzate al suo arrivo alla Roma, perché basta una foto dei pupi con la maglia dell'amico Dybala o una telefonata di Mourinho e il gioco sembra fatto. Sembra. Non funziona esattamente così, perché il prolungamento di contratto riporta il coltello dalla parte del manico dell'Atletico Madrid, col calciatore che in cambio, male che va, ha ottenuto l'ingaggio sperato e richiesto. Morata alla Roma? Piace. Ma non va dato per scontato.
Mourinho al telefono è diventato un meme. Per molti, l'allenatore passa le vacanze con la cornetta in mano. Capita, ma non è una regola. Da Xhaka a Tielemans passando per Loftus-Cheek. Il Call-Center Special One, la Portugal-Phone è più immaginata che reale. Finora vige la regola dei pranzi di lavoro, poi le telefonate arriveranno, qualcuna è già partita ma non per tutti i calciatori accostati alla Roma. Troppo facile ridurla a questi step. Nei fatti, per Morata neanche servirebbe digitare il numero perché fargli accettare la Roma non necessita forzature.
Il lasciapassare per Scamacca è arrivato, con tanto di gradimento del calciatore. La palla da due giorni è passata al general manager Pinto, ma legittimamente il West Ham, prima di dare l'ok definitivo al prestito, si guarda attorno per capire se esistano soluzioni, con altri club, più vantaggiose per chi cede. Quindi vanno prese con maggiore leggerezza pure le voci su frenate, fumate nere e complicazioni. Trattasi semplicemente di passaggi fisiologici nel corso di una negoziazione.
Scamacca più Morata? Andiamo per gradi. Poi semmai sarà un gioco di incastri. E i calciatori della sterminata scuderia di Jorge Mendes? A oggi esistono poche possibilità che Roma diventi meta di gente controllata dal super manager portoghese. Ma come? È un fratello di latte di Mourinho, il suo storico agente, il suo referente. Alt, pure per queste considerazioni spesso si corre troppo, andando oltre oltre l'attualità. Il rapporto fra i due è storico, ma con gli anni le situazioni mutano, soprattutto a livello professionale. Quindi lo sbocco di mercato Roma-Mendes è tutt'altro che automatico. Peccato.
In the box - @augustociardi75