LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Un attimo di distrazione, please. Sono ore calde, che diventano bollenti, e non ci riferiamo alle temperature che attendono la Roma in una Leicester più da tardo autunno che da primavera quasi inoltrata. Ci prendiamo una pausa dalla voglia di semifinale che coinvolge la Roma per la terza volta in cinque anni. Ottimo risultato, e stavolta con tante possibilità in più rispetto al passato per superare quantomeno il penultimo turno.
Rubiamo tempo all'attesa e torniamo a Inter-Roma con un occhio al futuro. Facciamo lo stupido gioco delle figurine. Immaginiamo la Roma attuale che dall'Inter acquista Brozovic e Barella. La B2 per il salto di qualità a cui è attesa la squadra. Il centrocampo che trova di colpo regia e qualità di palleggio, dinamismo e inserimenti, e gol. Sarebbe una mossa da scudetto? Probabilmente no perché non basterebbero. Per puntare al primo posto serve una rosa che offra più soluzioni in attacco, un uomo in più a destra, un difensore centrale mancino. Perché a livelli siderali è fondamentale la cura dei dettagli.
Ma continuiamo a usare l'arma di distrazione di massa. Brozovic e Barella nella Roma attuale. Il meglio che si possa ottenere nei ruoli da rinforzare attingendo al campionato italiano. Specifichiamo che è un gioco e che Brozovic e Barella non verranno mai. Ma, in quanto gioco, usiamo loro come esempio per raccontarci di cosa abbia bisogno la Roma quando andrà al mercato in estate. Un regista moderno, una mezzala dinamica. Brozovic e Barella costerebbero complessivamente non meno di 80 milioni, nessuno dei due per ovvi motivi è nel mirino della Roma oggi. Barella lo fu tre anni fa, quando il presidente del Cagliari, per stanare l'Inter, affermò davanti ai cronisti che aveva un'intesa con la Roma, ma che bisognava convincere il calciatore che invece aveva un accordo coi nerazzurri. Quella dichiarazione fu la pietra tombale sulla possibilità di acquistarlo. Perché è vero che la Roma voleva Barella, ma è anche vero che alla fine vincono sempre i calciatori. Acqua passata.
Uno alla Brozovic e uno alla Barella. Indispensabili come il pane e l'acqua. Perché Mourinho in questa stagione non ha mai potuto rinunciare a Cristante, che in una rosa più competitiva sarebbe la prima, splendida, alternativa ai mediani. E non ha mai del tutto trovato in Veretout le qualità che lo hanno reso unico per caratteristiche nella Roma dei suoi primi due anni. Una Roma che consegnerebbe in via definitiva alla trequarti campo Mkhitaryan (atteso l'annuncio del rinnovo) e Pellegrini. Un salto di qualità basilare, dopo una stagione che, a prescindere dal finale, consegnerà alla prossima estate una squadra più consapevole dei propri mezzi, più solida, meno distante da chi la precede, pronta per aggiungere ai titolari due pedine di spessore. Salutando Diawara, mandando a giocare Darboe, facendo crescere Bove, decidendo se riscattare Sergio Oliveira, magari cercando di rinnovare il prestito col Porto, piazzando Villar, che sta facendo tappezzeria pure col Getafe.
Fine distrazione, torniamo a pensare alla coppa. Che la Roma si sta meritando con Cristante e Sergio Oliveira e pure con Veretout. Perché il futuro, oggi, è la partita di dopodomani.
In the box - @augustociardi75