LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Un nome, Derlei. All'anagrafe Vanderlei Fernandes Silva, classe 1975. Nelle coppe, tutto ebbe inizio con lui. Che conosce Jose Mourinho all'Uniao Leiria, lo segue al Porto e al primo tentativo diventa l'uomo delle coppe. 2002-03: il Porto ha già vinto con largo anticipo il campionato nazionale e il brasiliano naturalizzato ha raccolto l'onesto bottino di 7 gol. Contribuendo agli 11 punti di vantaggio nella classifica finale sugli odiati rivali del Benfica. Ma la prima stagione d'oro dei Dragoni porta al primo piccolo grande triplete.
Maggio e giugno sono giorni di finali di coppa, giorni in cui Mourinho sale in cattedra e dà lezione supportato dall'assistente Darlei. Doppietta decisiva nella finale Uefa contro il Celtic (3 a 2), gol unico e decisivo il 15 giugno, quando alle 17 e 50 l'arbitro fischia la fine di Porto-Uniao Leiria. Mourinho e Derlei festeggiano davanti alla loro ex squadra. Assieme a Vitor Baia; Paulo Ferreira, Ricardo Carvalho, il capitano Jorge Costa e Ricardo Costa; Tiago, l'ex romanista Alenitchev, Maniche; Helder Postiga e, appunto, Derlei. Che decreta la vittoria a mezz'ora dalla fine. Il primo successo di Mourinho in una coppa nazionale. Ne seguiranno 3. Con Chelsea, Inter e Real Madrid. 4 coppe nazionali su 25 trofei in bacheca, quasi il 20% dei trofei alzati al cielo. Una buona abitudine. Come quella della Roma che però ha smarrito la via da troppi anni, anche per "colpa" di Mourinho, che ha fatto perdere nel 2010 una delle ultime due finali ai giallorossi.
Nel 2003-04 proprio il Benfica nega al Porto di Mourinho la possibilità del clamoroso Triplete, dopo il titolo nazionale ancora una volta vinto con largo anticipo (8 punti di vantaggio sul Benfica) e pochi giorni prima dell'impresa in Champions League. Derlei ci prova pure stavolta, pareggiando nei tempi regolamentati il gol di Fyssas, ma l'aletta Simao allo scadere del primo tempo supplementare fa esultare i rossi di Lisbona.
Mourinho va al Chelsea e centra subito la vittoria in Premier League ma a febbraio un gol di Patrick Kluivert del Newcastle lo estromette al quinto turno dalla FA Cup, al St James Park. Con lui ci sono Ricardo Carvalho, Tiago e, in panchina, Paulo Ferreira, che lo hanno seguito dal Porto. L'anno dopo perde in semifinale contro il Liverpool, 2 a 1, non basta il gol di Drogba. Si rifarà al terzo tentativo, 2006-07, a Wembley, contro il Manchester United, a quattro minuti dai rigori stavolta il gol Drogba basta e avanza, contro Solskjaer che poi, da allenatore, lo sostituirà undici anni dopo proprio sulla panchina dello United.
Mourinho va all'Inter, 2008-09, lo stop arriva nella doppia semifinale, contro la Sampdoria: 0 a 3 al Ferraris, inutile 1 a 0 al ritorno. Stagione del Triplete, ecco la sua terza coppa nazionale, proprio contro la Roma di Ranieri, all'Olimpico. È il 5 maggio, che agli interisti evoca incubi. Stavolta gli va bene, segna Milito a fine primo tempo, di destro, entrano Totti e Balotelli, si accendono risse, vince l'Inter, che poi trionferà a Madrid in finale di Champions League.
A Madrid si ferma Mourinho, e al primo tentativo è subito Coppa del Re, manco a dirlo contro il Barcellona, facile azzeccare il marcatore, Cristiano Ronaldo, a fine primo tempo supplementare. Segno del destino: durante i festeggiamenti sul pullman scoperto, la coppa scivola dalle mani di Sergio Ramos, finisce sotto le ruote del mezzo, si frantuma in dieci pezzi. Quarta coppa nazionale per Mourinho. L'anno dopo fuori ai quarti, sempre coi catalani, sconfitta in casa 1 a 2, pareggio 2 a 2 al Nou Camp, due gol di Cristiano, andata e ritorno, stavolta non bastano. Altro gol di CR7, ancora supplementari, ma stavolta sconfitta in finale contro l'Atletico Madrid nel terzo anno al Real. Si gioca al Bernabeu, il portoghese viene espulso.
Mourinho ritorna al Chelsea. 2013-14. Fuori al quinto turno, sconfitta col City. 2014-15: clamorosa eliminazione per mano del Bradford a gennaio, nel quarto turno, praticamente nei sedicesimi di finale. Anno sabbatico, ma Mourinho ha messo radici sull'isola. 2016-17, allenatore del Manchester United. Vince Europa League, Coppa di Lega e Community Shield, ma in Coppa d'Inghilterra si ferma ai quarti, a marzo, proprio nel "suo" stadio, a Stamford Bridge, proprio contro il "suo" Chelsea, lo castiga Kante. 1 a 0. La stagione successiva, il Chelsea diventa per lui odioso. Lo affronta in finale, perde ancora 1 a 0, stavolta segna Hazard. I due, al tempo dei Blues, non si erano amati. È la prima sconfitta di Mourinho in una finale delle coppe inglesi. La terza stagione con lo United si interrompe in autunno, niente FA Cup.
Stop e ripartenza, di nuovo a Londra, sponda Tottenham. Entra in corsa per Pochettino, 2019-20, in coppa si ferma agli ottavi, ai rigori, col Norwich. Quindi, la scorsa stagione, ancora stop agli ottavi, rocambolesco 4 a 5 in casa dell'Everton, ai supplementari. 20 anni di coppe nazionali (nel 2001-02 uscì alla guida dell'Uniao Leiria a ottobre perdendo col Santa Clara): 4 vittorie, 3 finali perse, e 2 semifinali. Derlei, Drogba, Milito e Cristiano Ronaldo i suoi uomini dai gol decisivi nelle finali. Una missione: riallacciare il filo. Far tornare a Roma la buona abitudine delle soddisfazioni in Coppa Italia. La Roma non la vince dal 2008, lui dal 2011. È ora di riprendere il ritmo. Per lui e per la Roma.
In the box - @augustociardi75