Crash test

23/10/2021 alle 12:23.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - "Ma è vero che si dimette?"
"Macché, i Friedkin lo stanno esonerando"
"Te credo, ha perso di proposito"
"Dici che è una, come si dice?, exit strategy?"
"Bravo, vedi che le cose le capisci?"
"Sì ma prima di andarsene, facesse il bonifico per i 400 di Bodø"

Il giorno dopo vale tutto. Roma è in stato confusionale, torna a regnare il caos. Mentre si cerca di capire cosa stia accadendo, c'è chi assalta i supermercati, per trarre benefici dal momento. Il re sembra nudo, pare assumere sembianze umane, e gli umani si divertono a deformarne le fattezze, sfregiano i suoi ritratti pensando di non dovergli più riverenza, gli disegnano sul volto i baffi col pennarello e le corna sulla testa, gli cancellano, qua e là, i denti. Mourinho ha sbagliato. Ebbene sì, mica è peccato mortale ammetterlo. Chi lo ammira sa anche criticarlo, puntando su di lui quantomeno ha scelto un cavallo di razza, nella città che dal 1927 ha spesso spacciato ronzini azzoppati per purosangue da Prix de l'Arc de triomphe, molte volte abbeverandosi a fonti palustri dove diffondevano il verbo sedicenti santoni. Chi ammira Mourinho, per lo meno si è votato a un vincente. Che può aiutare la Roma a trovare la via. Sapendo che non esiste garanzia di successo, soprattutto nel calcio. I migliori sono tali perché generano reazioni. I mediocri si guadagnano l'eternità garantita dall'indiffenza in cui galleggiano. Così, dopo un'umiliante set di melma raccattato in Norvegia, di cui Mourinho è il primo responsabile, apriti cielo. C'è chi maledice il giorno in cui Mazzarri ha firmato per il Cagliari e quello in cui è tornato in Inghilterra, perché sarebbero tornati utili in queste ore.

L'insopportabile impertinenza romana, che fa credere di avere eterno diritto alla battuta che si presume sarcastica, riporta in auge il bollito alla Mourinho. Che ha sbagliato. Punto. Non è difficile ammetterlo. Da qua a sintetizzare il tempo, ce ne passa. Abbiamo passato decenni a coniugare i verbi al futuro: costruiremo, cresceremo, faremo. Ora si esigono certezze dopo due mesi di stagione. Il flop di Mourinho in Norvegia non riabilita quelli passati, semmai apre gli occhi su come abbiamo noi tutti, anche in passato, deformato la realtà. Magari smetteremo di spacciare presunti talenti provenienti dalla Serie B spagnola per messia del calcio venuti in Italia a illuminarci la strada, oppure a contrabbandare onesti mediani reduci da tre anni di panchina come fari guida della squadra. O a invocare rinnovi di contratto multimilionari dopo una manciata di partite di discreta fattura per presunti funamboli. Mourinho avrebbe potuto e dovuto evitare di riproporre il teorema delle riserve nel post partita, perché qualsiasi concetto espresso dopo un uno a sei, anche il più illuminato, diventa gradevole come la sabbia nelle mutande. Ha sbagliato, già. Sbagliano anche i più grandi. Guardiola non vince la dal 2011. Non esistono dei. Esistono grandi allenatori. Che qua dopo due mesi subiscono processi sommari. Ho ordinato Steve Tyler su Amazon ma il corriere mi ha consegnato Richard Benson.

Questa è un po' la sintesi del giorno dopo. Roma ama crogiolarsi nel mainagioismo. Una piaga. Quindi la critica, sacrosanta, pura, deve produrre melodrammi, sentenze. Egocentrismo. "Non offro uno spunto per una discussione, ti dico come sto io e quello che farei io. Come dici? Mi chiedi a cosa staranno pensando i Friedkin? Che me ne frega, loro non sono di Roma, che ne sanno degli effetti di un flop sulla romanità".
Già, a cosa saranno pensando i Friedkin. Delusi e arrabbiati? Facile dedurlo. Mourinho avrà parlato realmente con loro? Giureremmo di sì. Chissà, magari stanno programmando il mercato di gennaio con dirigenti e allenatore. Che sarà ancora Mourinho. No, non va al Newcastle. No, non sta rassegnando le dimissioni. No, non verrà esonerato e tantomeno somiglia a Richard Benson. Sì, ha sbagliato molto a Bodø. Perché sì, anche i migliori commettono errori. Però magari i migliori sanno correggerli e correggersi.
E sanno farlo prima e meglio dei mediocri. E sanno soprattutto che, alla fine, quello che conta sono i risultati. Quindi la Roma città svegliatasi spaesata e nel caos, deve solo riprendersi dopo una notte di sbornia con vino da cucina pagato 89 centesimi, pessimo vino scandinavo. Superare l'hangover e fare sana alimentazione per rimettersi in forma.

In the box - @augustociardi75

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