Le voci di dentro

25/01/2021 alle 15:43.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Sei (cinque) punti dividono la Roma dal primo posto, ma per tutti è "Pellegrini salva Fonseca".
Maresca espelle e partono gli aneddoti sul rapporto conflittuale fra il tecnico interista e l'arbitro campano, mentre invece se la Roma si lamenta dello stesso arbitro viene evidenziato che la Roma è malata (e piagnona) perché non batte una big come il
(un giorno qualcuno spiegherà perché il venga considerato una big).
Dieci punti nelle ultime cinque partite, tre meno di Inzaghi, due in meno di Pirlo, uno in meno della super mega fantasmagorica Atalanta di Gasperini, uno in più del Professor Pioli e Gattuso, due in più dell'immenso , però Fonseca sta per lasciare la panchina a Mazzarri. Venti punti nelle ultime dieci partite, tre in meno dell' favorita per lo scudetto, due in meno di Atalanta e , gli stessi di Lazio e Milan, quattro in più del . Eh, però con le big non si vince.

La Roma è imperfetta, ha dei limiti strutturali, è innegabile. Così come è innegabile che a Trigoria il virus dell'autolesionismo continui a proliferare provocando danni che ogni anno rischiano di diventare irreparabili. La Roma continua a fare di tutto pur di apparire problematica. Ma sta lì, punto a punto con squadre descritte come paradisi calcistici riprodotti sul pianeta terra da società virtuose e gestiti da allenatori ultra qualificati. Nella classifica dei tecnici, nell'immaginario collettivo, Fonseca arriverebbe persino dopo Liverani e Giampaolo, freschi di esonero. Nella classifica di chi è chiamato a informare, togliamo il condizionale perché Fonseca arriva davvero dopo Liverani e Giampaolo, bravi professionisti esaltati più o meno per motivi di linee editoriali. Antico vizio: gli allenatori molto più dei calciatori hanno un ascendente che provoca fanatismo o sono talmente invisi da scaturire pregiudizi negativi. Ecco, Fonseca verrà sempre giudicato con pregiudizio negativo. Non è un martire, commette errori, li ha commessi lo scorso anno e nella stagione attuale. "non è il migliore allenatore al mondo ma...": chi prova a tesserne le lodi, si sente in dovere di premettere che non sia Guardiola o Klopp. Come se in Italia, nell'attuale Serie A, fossimo pieni di top manager. è il migliore allenatore al mondo? Lo è Pirlo? E Pioli, Gattuso e Inzaghi? Risposta ovvia, no. Godono semmai di una grancassa mediatica che a volte diventa persino controproducente. L'appellativo Maestro, o Professore, viene regalato, pure ad allenatori che hanno più esoneri che piazzamenti. Poi c'è chi farà sempre storcere il naso, in ogni caso. Allegri l'ultimo anno a Torino era oggetto di sberleffi perché all'epoca nei salotti televisivi à la page era in voga il giochismo, e anche perché da dentro la si faceva forte la convinzione che bisognava votarsi a un calcio meno pragmatico, e Allegri veniva scaricato senza remore. Quindi per molti Allegri, il più bravo allenatore italiano, era diventato un fesso, oltre che antico. Perché le "voci di dentro" sono più dannose dei titoli a orologeria. Fonseca sarà sempre "a rischio", "in bilico", "al capolinea", "salvato", "sotto esame", "a un passo dall'esonero", "alla resa dei conti", tanto per elencare quei titoli evergreen buoni per tutte le stagioni. In auge non soltanto per pregidizi negativi dell'opinione pubblica. Ma anche, se non soprattutto, perché a Trigoria non si riesce mai a seguire una linea comune, filtra sempre ciò che altrove viene fatto sparire, compresi i pareri e le azioni di chi va oltre il bene comune e la comunione di intenti.

In the box - @augustociardi75