Il trio

02/11/2020 alle 14:44.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - , Batistuta, Montella, Delvecchio. Quattro per tre maglie, gioia per gli occhi, grimaldello per aprire la bacheca e infilarci uno scudetto. , Pedro, Mkhitaryan. Tre per spellarsi le mani e magari azzardarsi a pensare che quella bacheca possa essere aperta a distanza di tredici anni per infilarci una Coppa Italia, se proprio non vogliamo pensare in grande e aprirci a orizzonti europei, sperando che non vengano chiusi dai decreti nazionali causa virus. La Roma ha un attacco completo nei suoi meravigliosi titolari, un mix di classe, esperienza, mentalità vincente, soluzioni offensive da servire in campo per scardinare le difese. Nel campionato in cui le prime pagine le rubano, con merito, Cristiano Ronaldo e Lukaku, la squadra di Fonseca cala ogni settimana un tris d'assi che non ha bisogno di dimostrare, di rilanciarsi, di crescere. Sono proprio forti.

Non dimenticando che ai box continua a esserci Zaniolo, che in prospettiva non è da meno. L'attacco della Roma è completo, assortito magnificamente, un bosniaco, un armeno e uno spagnolo che non hanno bisogno delle applicazioni che traducono le lingue perché non devono neanche di parlarsi per giocare a pallone. Tre campioni che hanno vinto in Germania e Spagna prima di ritrovarsi in Inghilterra, per vincere ancora, e poi le strade che portano a Roma, uno nel 2015, uno nel 2019, uno due mesi fa. Per vincere domani. Perché quando in attacco si dispone di tanta classe, il pensiero corre veloce. Attacco, difesa e centrocampo. La Roma non è la squadra più forte del campionato, ma nell'undici titolare se la gioca con tutti. Quante volte abbiamo sentito questa frase negli ultimi giorni? Alla pari, anzi meglio, con la , alla pari con il Milan, di forza e di giustezza con , Benevento e Udinese. La Roma va, pure se Karsdorp dopo un'ora ha la spia della riserva che diventa incandescente, pure se in attesa della crescita di Villar non ha un playmaker architetto, ma bisogna riconoscere che Pellegrini da mediano fa segnare progressi notevoli da venti giorni a questa parte.

I gioielli di famiglia però stanno in prima linea. Da chiudere in una teca di cristallo a fine partita, da preservare sotto formalina, perché sono quelli che possono dare la svolta. Insieme si divertono, insieme trascinano i compagni. E devono aiutare a crescere chi gli sta dietro, affinché non rimangano troppo indietro. Si dice sempre che un giovane se inserito nel contesto giusto brucia le tappe dell'inserimento. Borja Mayoral e Carles Perez devono sfruttare le occasioni, perché i tre gioielli della Roma non sono sbarbati, avranno bisogno di tirare il fiato. Chiusura per Fonseca. È bravo, ha dato un'identità alla squadra, non mette se stesso davanti agli altri se non quando deve difendere i suoi ragazzi. Non piacerà mai a tutti, ma se l'indice di gradimento è dettato da pregiudizi negativi, da antipatie pregresse o da spifferi interni da amplificare e cavalcare, allora non vale la pena neanche più starne a parlare.

In the box - @augustociardi75

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