LR24 (AUGUSTO CIARDI) - C'era una volta la barzelletta sulle squadre europee che andavano a giocare la "Champions League estiva" in tournée negli Stati Uniti, l'International Champions Cup (di cui nessuno ricorda l'albo d'oro). Copertura televisiva da grande evento, gente che assumeva sostanze ambigue pur di restare in piedi fino alle quattro del mattino per vedere la propria squadra maramaldeggiare contro il Liverpool C o gli Under 15 del Real Madrid. Bastava un supergol di Tachtsidis e via per una settimana a tesserne le lodi sui giornali: calcia come Di Bartolomei, gioca a testa alta come Falcao, imposta come Pirlo e difende di posizione come De Rossi. Oppure bastava perdere a inizio agosto contro il Celta Vigo, in Spagna, e "il tecnico è pronto a rassegnare le dimissioni". Un'altalena di deliri su cui far salire, e subito dopo scendere, esuberi degli esuberi che magari con una doppietta a una squadra di dopolavoristi davano il là a petizioni on line per la riabilitazione der patata di turno. “Stai a vedere che ‘sto Borriello esterno nel tridente può servire a Luis Enrique?”. Poi arrivava Sabatini e in conferenza stampa tirava una secchiata d'acqua sui bollori di luglio: "abbiamo un problema, Borriello". Il calcio estivo, anche a metà settembre, è ingannatore, deleterio, fasullo. Per chi lo guarda e per chi lo giudica. Le amichevoli servono agli allenatori, per tutto il resto sono il male assoluto. Serviva Cagliari-Roma per certificare che la Roma ha un problema serio in porta? C'era bisogno delle scorribande di Simeone per capire che neanche Smalling da solo basta per registrare una difesa in cui trova spazio ancora Cristante, che di questo passo, involuzione della specie, partito dalla trequarti nell'Atalanta, retrocesso prima in mediana e poi in difesa, magari fra un anno risolverà lui il dramma portieri arretrando ancora e giocando tra i pali? La Roma di problemi ne ha tanti. Uno di questi, ma è in buona compagnia di tutte le altre squadre, è quello di ostentare le amichevoli estive. Che vanno giocate, ma senza telecamere, perché servono agli allenatori, appunto, per il resto sono una piaga. Inutili se vinci, una sciagura se ti mostri in difficoltà. Non creano indotto economico né pubblicitario. La barzelletta di inizio riflessione parlava anche di veicolo per far crescere il business legato agli Stati Uniti, agli altri continenti. Ma quando mai? Leggende metropolitane. Che valgono anche se le giochi nello stadio della tua città, creando attese e aspettative da abortire. Poi esiste il modo di gestire la "cosa" tecnica, anche in estate. Ma serve polso. Caro Dzeko, sei il nostro bomber, per contingenze né tu né noi sappiamo se fra una settimana giocherai con la Roma o con la Juventus però fai una cosa. Tre giorni fa avevi un compleanno, eri tornato dalla Nazionale, hai saltato Frosinone, ieri hai arricchito la famiglia, felicitazioni, ma rimani a lavorare a Trigoria, non aggregarti all’ultimo momento per Cagliari. Come dici? Non ci sono altri attaccanti in rosa? Questo è un altro problema, annoso, atavico, quasi ridicolo per quanto evidente. Un problema tutto nostro, di noi dirigenti, che dobbiamo risolvere. E tu caro Pellegrini, capisci che se fossi nato a Busto Arsizio oggi saresti più criticato di Pau Lopez? Che vogliamo fare di questa stagione? La iniziamo con la marcia giusta? E via dicendo. Da un lato, deve accendersi la dirigenza (assieme all'allenatore), e poco importa se Fienga ammette di non essere esperto di calcio, un ruolo così importante impone oneri e regala onori, oltre che premi
Dall'altro lato, devono spegnersi i fari sulle amichevoli, che si giochi con il Real di Benzema, con le vecchie glorie del City, con i dilettanti molisani o con il tarantolato Cagliari. Mostrare queste mediaticamente inutili amichevoli, comporta danni e non regala benefici. Neanche economici.
In the box - @augustociardi75