Lo schiaffo del soldato

21/07/2020 alle 19:39.
f7c5b271-9aef-4381-884d-465d37854c17

LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Che si tratti di verità o di fantasia, tutto ciò che accade attorno alla Roma, viene fatto passare dalla Roma stessa con una passività che non sorprende più perché contraddistingue il club da quasi dieci anni. La Roma non reagisce, sta lì, distratta magari da dettagli, mai sul pezzo quando c’è da difendere la posizione di un tesserato, da smentire notizie false e a volte tendenziose, da fare chiarezza su episodi che a causa del gioco del telefono diventano casi. Da quasi dieci anni, da Trigoria sono emersi dettagli su episodi da spogliatoio che vengono raccontati, laddove non ci sono smentite ufficiali, da persone che Trigoria evidentemente la frequentano. Il tutto mentre la Roma mai ha fatto sentire la propria voce, la propria versione. Le uniche azioni da duro di sono legate agli auspici di veder chiudere le radio che parlano di Roma. Per il resto, la Roma preferisce le pizze, rigorosamente in faccia, gli schiaffi sul collo che i bulli a turno elargiscono generosamente a chi sembra quasi provare gusto, sadico. C’è un torto arbitrale che fa urlare allo scandalo? Tutti zitti e se un dirigente esce dagli schemi e fa sentire la voce, si prenderanno le distanze e magari verrà chiesto scusa alla classe arbitrale. C’è un salotto televisivo in cui la Roma viene messa in mezzo? Facciano pure, la Roma ha il low profile, non reagisce. Gli antichi romani prima di iniziare una guerra si ponevano la fatidica domanda “cui prodest”? A cosa giova? Vale la pena? Ecco, dopo quasi dieci anni alla domanda “a cosa ha giovato sposare il basso profilo, subire senza mai reagire?”, si risponde con un laconico “a nulla”, questa strategia è fallimentare. Il calcio prevede che ci si sporchi le mani, che la cravatta dal collo passi alla fronte versione Massimo Boldi finto coatto, che i decibel della voce aumentino in base all’argomento da trattare. Invece chiunque sulla Roma può dire ciò che vuole, che poi è anche legittimo, ma sarebbe doveroso, più che appropriato, che la società replicasse, almeno per le questioni che lasciano maggiori strascichi. La vicenda Zaniolo è emblematica. Aldilà che siano attendibili certe ricostruzioni, alcune delle quali stanno spacciando il calciatore per l’erede di Cassano, la Roma non getta acqua sul fuoco, al massimo, come al solito, spetterà all’allenatore fare chiarezza. Eppure un mese fa il club comunicava che, dopo la sospensione di Petrachi, “la squadra e l’allenatore saranno guidati da Guido Fienga”. Ora quindi, urge un suo intervento. Mettendo magari al bando quell’aplomb distaccato che ha prodotto danni, perché ha ridotto la Roma al rango di un pungiball. 

In the box - @augustociardi

Clicky