LR24 (AUGUSTO CIARDI) - La Roma dall'esterno fino a poco tempo fa poneva dubbi in chi la analizzava. Nelle persone, appassionati e addetti ai lavori, che chiedevano lumi a chi segue costantemente le vicende giallorosse. Cercavano risposte al perché squadre comunque decorose si infilassero sistematicamente in tunnel senza uscita. Ora anche i più distratti le risposte le hanno trovate, percependo una realtà chiara, evidente. Hanno compreso che la Roma paga dazio alle discutibili capacità gestionali di chi oltre a cercare maniacalmente capri espiatori esterni, non è mai in grado di mettere le mani sulle crisi tecniche e di risultati, che puntuali come una cambiale vengono recapitate a Trigoria. Ogni anno. La superbia andò a cavallo e tornò a piedi. La superbia dentro gli uffici romanisti dislocati in mezzo mondo non è mai mancata. Sempre al centro di quel progetto ostentato a parole e mai concretizzato. Ora lo hanno capito anche gli osservatori esterni. L’assenza di autocritica, unita all’assenza di tempismo, fa danni incalcolabili. In ogni ambito della vita. Gli effetti sono un film di quarta categoria che viene riproposto manco fosse Una poltrona per due alla vigilia di natale. Qua le poltrone sono ambite, difese a ogni costo, troppo spesso fino a far dimenticare che di mezzo ci finisce una squadra che avrà mille colpe, ma sempre meno di quelle di proprietà e management. E ci finisce in mezzo un allenatore che avrà mille colpe, ma sempre meno di quelle di proprietà e management. Oggi Fonseca è bersaglio facile. Ha totalmente sbagliato formazione. Ha colpe evidenti. Ma l’origine di questa disastro sta altrove. A Boston, da dove arrivano whatsappate e interviste homemade confezionate nel cellophane per poi essere servite come le coppie di tramezzini da un euro e novantanove nel banco frigo dei supermercati, secchi e senza sapore. A Roma, dove da anni va in scena una serie televisiva in cui recitano dirigenti che scalano gerarchie, si autoincensano, si preoccupano se qualcuno fa ombra, passano dalle stelle alle stalle nel giro di pochi mesi, fino a quando vengono defenestrati e da lontano, a distanza di mesi, aprono le valvole dicendo cose che si guardavano bene dall’ammettere quando erano in sella. Troppo concentrati nel dire che era colpa di qualcun altro, possibilmente esterno. Serie televisiva con sceneggiatura banale e mal recitata. Andata a noia anche agli osservatori esterni e neutrali. Ha whatsappato il presidente “partita vergognosa”. Fosse solo la partita...
@augustociardi - In the box