LR24 (AUGUSTO CIARDI) - La Roma fa di tutto per dare ragione ai detrattori. Senza motivo, senza preavviso, senza la capacità di uscirne come capita a tutte le squadre che vivono fisiologici momenti di crisi stagionali, si infila in buchi neri che smaterializzano ciò che è stato costruito nei mesi precedenti. Alle critiche doverose e legittime si accodano i giudizi di coloro che avevano appiccicato le etichette sulla squadra a inizio stagione. Una miscela che a causa di risultati penosi rende tutto legittimo, credibile, attendibile. Anche il giudizio più condizionato da questioni private.
E allora la Roma che fa quattro punti su ventuno, che ha perso cinque partite delle ultime sette, che si è consegnata a squadre impresentabili come il Torino e a ha perso contro corazzate come l’Atalanta, mette tutti d’accordo. Perché oggi diventa impossibile essere indulgenti. Premesso che l’Atalanta paga un terzo di quanto spende la Roma per gli ingaggi dei calciatori, e ha una struttura organizzativa molto più snella del club giallorosso che disloca dirigenti e consiglieri tra indirizzi e uffici di mezzo mondo, siamo arrivati al punto che perdere onorevolmente a Bergamo non sia una vergogna. Punto bassissimo. Annientamento di autostima e assenza totale di competitività. Dai podi sicuri al “tutto sommato l’Atalanta può battere chiunque”, la Roma negli ultimi due anni è precipitata dall’ultimo piano, proprio mentre si pensava potesse fare un pensierino al superattico.
E allora vale tutto. Impossibile frenare la voglia di critica e il beffardo dileggio di chi non aspettava altro che l’ennesimo calvario. Quindi: la Roma ha una rosa scarsa; Fonseca è inadeguato; la squadra è sopravvalutata; Lazio e Atalanta sono infinitamente più forti; i dirigenti della Roma non sono all’altezza; Pallotta ha ammazzato la Roma; a giugno via tutti; Friedkin si sbrighi altrimenti ben venga chiunque, pure Ferrero; Pau Lopez è più scarso di Olsen; Mancini era il male dell’Atalanta; Dzeko non è un bomber; bisogna riprendere Spalletti; non era necessario prendere un tecnico in Ucraina; ci sono almeno otto squadre più forti della Roma. E via dicendo. Oggi vale tutto. Le stalle sono aperte.
La Roma ha alzato bandiera bianca nell’ennesima crisi che non prevede mai e poi mai un tempismo che servirebbe a tamponare emorragie di gol, sconfitte, perdita di punti che condizioneranno le classifiche. Le crisi a Roma durano almeno un mese in più rispetto alla durata per le altre squadre, nessuno pone mai in discussione questo dato statistico inquietante. E nel frattempo le stagioni finiscono nel secchio della spazzatura. E si è costretti a ripartire. Ogni volta con mille difficoltà in più.
@augustociardi