Inutili numeri

06/01/2020 alle 23:38.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Se fino a due settimane prima hai giocato, vincendo e convincendo, Fiorentina-Roma, la partita che sembrava avesse certificato l’età della maturità, non puoi ripresentarti a inizio anno con Roma-Torino. E lasciamo stare i dati statistici del match, che se vengono letti male imprigriscono le analisi delle partite, allontanandoci dal cuore delle questioni.

Al tempo di Luis Enrique, c'era gente che parlava solo di percentuali. Vincevi o perdevi? Per loro contava soltanto il possesso palla. “67%! Anche se abbiamo perso siamo saliti di cinque punti percentuali nel possesso palla! La strada è giusta!”. Ci si impigriva. Poi siamo arrivati al conteggio ossessivo dei passaggi riusciti, la voce più stupida dei numeri legati alle partite. Quindi dei tiri nello specchio. Come se una conclusione da quaranta metri, centrale, col portiere avversario che stoppa di piatto la conclusione ciabattata, valesse quanto un tiro a cento all’ora all’incrocio dei pali. A Roma sono stati spacciati per fenomeni portieri come Sorrentino, perché due anni fa fu oggetto di una quindicina di tiri più che in porta addosso a lui, e Sirigu, buonissimo portiere, che ieri ha giocato da sei in pagella, da ordinaria amministrazione.

Il punto è che la Roma doveva vincere contro il Torino. Lo imponeva il momento storico. Non soltanto perché la Lazio le sta vincendo tutte. Semmai anche per questo. La Roma ieri doveva vincere perché dopo una crescita così evidente, con miglioramenti acclarati e dichiarazioni di intenti, è inaccettabile una prestazione caratterizzata da un’accozzaglia di errori. Di impostazione, di posture, di ritmo, di coesione. Di scelte. È mancato il mutuo soccorso, è mancata la sostanza, perché ieri la Roma è stata forma e apparenza, quasi cercasse più l’esibizione che la prestazione.

Sono state sbagliate tutte le scelte. Palesemente inadeguate anche nelle proteste nei confronti di un arbitro che non deve finire sul banco degli imputati, pur avendo diretto in modo indisponente, perché la Roma ha deciso di suicidarsi non volendo mai mettere in discussione gli arbitri, con risultati che certificano il fallimento della politica del club riguardo i direttori di gara. Ieri sera non è finita la stagione della Roma. Non ci si rimangia quanto detto fino al pomeriggio. Ma la Roma ieri ha profondamente deluso. E se si cerca di mitigare la delusione parlando di sfortuna per via dei trenta tiri in porta, si commette un errore macroscopico.

In the box - @augustociardi

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