LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Da sosta a sosta, nell’ultima partita arriva l’unico risultato che poteva fare perdere la memoria di ciò che stavamo cominciando a vedere dopo le tre vittorie consecutive. Apriti cielo. La classifica è fastidiosa alla vista, per ovvi motivi, ma la sconfitta di Parma per quanto inattesa non compromette nulla. Era una buona opportunità la trasferta in Emilia. Vincendo, la Roma avrebbe messo il Napoli quasi a distanza di sicurezza, e staccato l’Atalanta in affanno. Invece Roma, Napoli e Atalanta cedono il passo a Lazio e Cagliari. Fastidio visivo, appunto, ma la strada è lunga per tutti.
Poi accade che sconfitta, pioggia e stagione autunnale creino le condizioni ideali per far spuntare i funghi. Dopo un mese di esclusioni, da ora in poi si imputerà a Fonseca il mancato utilizzo di Florenzi. Fino a ieri era al massimo una sorpresa vederlo continuamente in panchina senza neanche entrare. Dopo la sconfitta il suo accantonamento diventerà un capo d’accusa. Funziona così. Cattiva abitudine. Ma Fonseca lo sa. Da Pontefice Massimo in grado di fungere da faro nella notte buia dell’emergenza, da genio che si è inventato Mancini mediano nei giorni in cui a Trigoria proponevano lo svincolato Buchel, poi finito alla Juve Stabia, da magistrale stratega in grado di registrare la difesa e di armare Zaniolo supportato da una squadra tonica e convinta, dopo Parma, per almeno due settimane, sarà bersaglio comodo per chi lo considererà un nemico della patria romana per avere azzerato il senso di appartenenza estromettendo Florenzi. Gli archi erano già tesi, si aspettava da settimane il momento per scagliare gli strali. Che manchi Pellegrini è un dettaglio. Che Dzeko boccheggi perché il suo vice si è rotto dopo mezz’ora, non conta. Che la Roma ha comunicato il primo ottobre che Mkhitaryan sarebbe rientrato dopo tre settimane e invece ne sono passate nove chi se ne frega. Chi se ne frega se Fonseca ha contribuito a restituire dignità calcistica a Pastore.
Scatta di nuovo la corsa al dagli a Fonseca. Prudono le mani. La Roma ha perso, giocando male, sia chiaro, a Parma si doveva fare meglio, anche nelle scelte, ma già si sente l’odore di cappellacci e porcini, ovoli e chiodini, mazze di tamburo e prataioli, spuntati nel sottobosco, pronti a spargere veleno come condimento. In bocca al lupo, Fonseca.
In the box - @augustociardi